La Barriera by J.D. Horn

La Barriera by J.D. Horn

autore:J.D. Horn [Horn, J.D.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: AmazonCrossing
pubblicato: 2015-11-02T23:00:00+00:00


DICIOTTO

Qualche istante dopo bussarono con delicatezza alla mia porta. «Tutto a posto là dentro?» chiese Ellen. «Ti ho sentito gridare.»

«Era solo un brutto sogno. Va tutto bene» dissi con la voce un po’ tremante, poi aggiunsi: «È tutto a posto». Aprii la porta per farle vedere che ero tutta intera.

«Va bene, allora.» Esitò un momento. «Ascolta, vorrei parlarti di ieri notte, se te la senti. Forse potremmo uscire un po’, che ne dici? Potremmo farci belle e indossare qualcosa di carino, e ti potrei offrire un bel tè con pasticcini al Gryphon.»

«Mi piacerebbe molto, ma ho bisogno di una doccia prima» dissi.

Ellen era proprio la persona con cui volevo parlare della notte passata, non del sorteggio ma di ciò che era successo con Peter. In un mondo normale, sarei corsa su per le scale quella mattina per raccontare tutto a Maisie. Mi chiesi se il fatto di non averla intorno sarebbe diventata la nuova normalità.

«Mi trovi in camera mia» disse. «Passa a chiamarmi quando sei pronta.»

Mi feci una doccia e mi vestii con un abito da cocktail vintage, anni Cinquanta, che mi aveva preso proprio Ellen. Lasciai i capelli sciolti e misi il filo di perle che Iris mi aveva regalato per il mio diciottesimo compleanno. Dopo aver aggiunto un paio di ballerine scovate in fondo all’armadio, mi sentivo molto più femminile di quanto non fossi mai stata da quando avevo compiuto dodici anni e avevo smesso di vestirmi da principessa per Halloween.

Quando raggiunsi la porta di Ellen, sentii la voce di Wren provenire da dentro la sua stanza. Stavo per bussare e chiederle se fosse pronta, ma l’occasione di origliare cosa si dicessero era troppo ghiotta. Mi tesi tutta cercando di ascoltare attraverso la spessa porta di quercia.

«Maisie ti ha fatto paura.» Il falsetto di Wren era nitido come il suono di una campana nei boschi.

«Sì» rispose lei, con la voce più attutita.

«Ha fatto tanta paura anche a me» confessò Wren, e immaginai che Ellen l’avesse tirato più vicino a sé per confortarlo, in quel silenzio successivo.

«Non permetterò a nessuno di farti del male, piccolo» disse in modo rassicurante.

«Ti voglio bene» cinguettò Wren. Mi chiesi se fosse possibile che Wren provasse delle vere emozioni.

«Ti voglio bene anch’io, ometto mio.» Mi morsi le labbra. Di solito chiamava Paul il suo “ometto”. Non mi sembrava sano che chiamasse anche Wren a quel modo.

«Maisie è diventata cattiva?»

«No, tesoro, che dici?» disse Ellen, che sembrava sorpresa da quella domanda. «È giovane e un po’ confusa. Le sono piombate sulle spalle un sacco di responsabilità. Ma non è cattiva. Proprio per niente.»

«Io penso che è cattiva. L’ha rubato a Mercy» drizzai le orecchie a questo suo commento e mi accostai ancor più alla porta. «Il potere non voleva lei, voleva Mercy.»

Repressi l’impulso di mettermi a ridere forte di fronte a quell’idea ridicola, che il potere potesse aver scelto me dopo avermi ignorato in modo tanto plateale per quasi ventun anni. Certo non credevo che avesse cambiato idea all’improvviso e mi avesse eletto reginetta del ballo.



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