La Biografia di Conor McGregor by Slack Jack - Notorious

La Biografia di Conor McGregor by Slack Jack - Notorious

autore:Slack, Jack - Notorious [Slack, Jack - Notorious]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Rafael dos Anjos

Rafael dos Anjos non aveva alle spalle i dieci anni che rendevano José Aldo un’icona delle arti marziali miste. Al contrario, fino a poco tempo prima era stato uno dei tanti nella categoria più ricca di talenti e più competitiva dell’UFC. Dal 2008 al 2011 le sue prospettive nel mondo dei combattimenti non erano affatto brillanti: dopo il suo arrivo nel circuito degli incontri che contano, fu messo ko al primo, perse il secondo e per il 2011 aveva collezionato un record tutt’altro che invidiabile di quattro vittorie e quattro sconfitte. Poi, lentamente, le cose per dos Anjos cominciarono a girare.

Era arrivato nella gabbia come uno strano kickboxer dallo stile «giro intorno e aspetto», uno che metteva a segno un colpo insolito e poi permetteva all’avversario di fare lo stesso in una serie di scambi occhio per occhio. Cominciò a cambiare nella palestra di sparring pesante di Rafel Cordeiro, la Kings MMA. McGregor era contrario allo sparring pesante continuo e alle «guerre da palestra», preferendo invece lavorare sul timing e sulla tecnica, tuttavia c’è qualcosa di buono nello sparring. Costringe gli striker timidi e goffi a rendersi conto dell’importanza di attaccare l’avversario senza permettergli di fare altrettanto. Nel caso di molti combattenti, come Fabrício Werdum o Wanderlei Silva, significa sbracciate selvagge che portano a subire un ko per un contrattacco sferrato al momento giusto. Ma dos Anjos era un’eccezione. Invece di sbracciare contro l’avversario, cercando di sopraffarlo, sviluppava un gioco di pressione crescente. Cucinava i rivali a fuoco lento.

La pressione ha molto a che fare con la presenza del combattente e con la minaccia dei colpi, piuttosto che con i colpi veri e propri. Il combattimento basato sulla pressione implica tanto gioco di gambe, nel quale lo stesso McGregor è molto abile, dato che riesce a costringere gli avversari contro la gabbia solo con quello. Dos Anjos, un altro mancino, sfiancava gli avversari costringendoli continuamente a faticare per allontanarsi dalle corde. Gli piaceva infilare forti calci circolari al corpo quando l’altro girava verso sinistra. Appena l’avversario tirava un pugno o due, cercando di allentare per un po’ la pressione, dos Anjos muoveva la testa e cominciava a tirare pugni al capo e al torso, chiudendosi e coprendosi con le spalle quando l’altro rispondeva. Mentre Werdum o Silva erano lì per prenderle ma dovevano continuare a muoversi per tenere alte le mani dell’avversario e bassa la sua testa, dos Anjos si trovava sempre davanti al rivale, in attesa che si aprisse, poi si chiudeva al punto che nemmeno una manciata di riso avrebbe potuto colpirlo. McGregor è uno che si muove in avanti e lateralmente sul ring, stando in attacco finché l’avversario si lancia, per poi colpirlo a sua volta. Rafael dos Anjos avanza minacciosamente fino a quando l’avversario non attacca, poi resta in posizione e da lì risponde. «Ritirata» è una parola assente dal suo vocabolario.

Questo stile di combattimento viene spesso definito «contrattacco offensivo». È molto simile a una raffica, in termini di efficacia, ma è più reattivo che proattivo.



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