La Casa Senza Tempo by Alfred E. Van Vogt

La Casa Senza Tempo by Alfred E. Van Vogt

autore:Alfred E. Van Vogt [Vogt, Alfred E. Van]
Format: epub, mobi
pubblicato: 1950-12-27T22:00:00+00:00


«Ma vi spiegherò meglio un'altra volta. Adesso non ho tempo. Sentite, ho bisogno di un avvocato.»

Il suo volto si era fatto improvvisamente accigliato. Si protese verso Stephens e disse:

«Il signor Howland mi ha telefonato ieri. Vuole che vada da lui oggi, entro mezzogiorno, per essere sottoposta a un interrogatorio quale testimone dell'assassinio di John Ford, il guardiano della Grand House. Io vorrei andare accompagnata da un avvocato.»

Quelle parole colpirono Stephens che in quel momento più che mai, si rese conto della situazione critica in cui si trovava tutta quella gente. Prima, l'intera banda era contrariata dal fatto che Tannahill fosse il solo proprietario della casa; ora, Mistra Lanett era obbligata a raccontare la sua storia — o una storia qualunque — a un rappresentante della Legge.

Naturalmente lei avrebbe potuto sfuggire a tutto ciò nascondendosi dietro una maschera e assumendo un'altra identità. Ma questo avrebbe potuto avere ripercussioni legali: ogni transazione che avesse comportato un trapasso di proprietà o di denaro da un individuo all'altro, sarebbe stata sottoposta, prima o poi, all'esame di un pubblico ufficiale, anche se si fosse trattato solo di un agente delle tasse.

Certo, un avvocato poteva approfittare della situazione e anche trarne dei vantaggi!

«Allora, volete rappresentarmi?», domandò Mistra.

Stephens si scosse dalle sue fantasticherie e disse:

«S-sì, credo di sì, ma aspettate!»

Aggrottò la fronte. Come amministratore locale delle proprietà di Tannahill, poteva lui acconsentire ad assistere persone implicate in quel caso senza consultare il suo padrone?

Poi disse temporeggiando:

«Ma cosa c'entrate voi con questo delitto?» E aggiunse in fretta: «So qualcosa, vagamente, ma vorrei che mi raccontaste tutto dal principio.»

«Ero segretaria del vecchio Newton Tannahill, e rimasi nella sua casa fino a qualche settimana fa quando, per motivi miei personali, abbandonai l'impiego. Questo è tutto.»

«Quando avete visto John Ford l'ultima volta?»

«L'incontrai per strada una settimana fa circa.»

«Capisco», disse Stephens. Poi in tono deciso aggiunse: «Vi accompagnerò senz'altro per l'interrogatorio, ma non posso promettervi di difendervi se ci dovesse essere un processo. È una questione deontologica. Comunque, ora dobbiamo cercare di tirar fuori una storia particolareggiata da raccontare a Howland e, data la vostra posizione, bisognerà fare in modo che sia convincente.»

«Vi racconterò qualcosa di me», disse Mistra.

Stephens ascoltò con la massima attenzione. Il racconto cominciava all'epoca in cui lei era stata assunta come impiegata da Newton Tannahill, cinque anni prima.

Mistra spiegò la natura del suo lavoro: era stata assunta per riordinare e catalogare collezioni d'arte, ma in seguito le sue mansioni si erano estese fino a che, durante le frequenti assenze del padrone, aveva preso in mano l'intera amministrazione della casa e dei terreni adiacenti.

Il punto debole del racconto era la mancata spiegazione di come lei, che pochi anni prima aveva avuto bisogno di un impiego per vivere, indossava ora costosissime pellicce di visone e possedeva automobili di lusso.

Né aveva accennato ai motivi per cui, poche settimane prima, si era dimessa dall'impiego.

Erano cose queste che Howland avrebbe certo domandato. Stephens quindi ritenne opportuno chiederle schiarimenti al riguardo.

«Oh, il mio denaro!», esclamò Mistra, come se l'argomento le riuscisse del tutto nuovo. «Ho fatto investimenti dietro consiglio di Tannahill.



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