La clinica Riposo & Pace by Francesco Recami

La clinica Riposo & Pace by Francesco Recami

autore:Francesco Recami [Recami, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa, Generica, Noir, Mistero & Poliziesco
ISBN: 9788838937897
Google: F7RTDwAAQBAJ
editore: Sellerio
pubblicato: 2018-04-03T22:00:00+00:00


Scena 22

Dal giardino sotto arrivava il fastidiosissimo rumore della motosega, qualcuno stava lavorando agli olivi, una potatura fuori stagione?

Alfio scese dal letto, andò sul terrazzino a osservare la situazione. In effetti c’era un contadino, un giardiniere, un operatore agricolo che in piedi su una scala stava potando i rami di un olivo. Non era lontano dal terrazzino della camera di Alfio (ed Ettore).

Alfio ci pensò un po’, poi si dette da fare per attirare l’attenzione dell’uomo occupato nei suoi lavori.

«Pssss, pssss».

Alfio non voleva farsi sentire dalle infermiere.

«Psss, psss, psss».

Ma il rumore della motosega copriva ogni altro suono, l’operatore agricolo non poteva certo sentire i pissipissi. Alfio alzò il volume.

«Pssss, pssss, ehi, lei, contadino, signor agricoltore, dico a lei!».

Il rumore prodotto dalla motosega era veramente cospicuo.

Alfio dovette prorompere in un urlo potente: «Ehi, signore, dico a lei!».

Il contadino tolse gas alla motosega.

«Che dice a me?».

«Sì che dico a lei, si avvicini».

«Non posso parlare con i ricoverati, è vietato».

«Ma cos’ha, paura? Venga qua che le devo dire una cosa».

«Non se ne fa niente».

L’operatore dette gas e il rumore della motosega coprì di nuovo qualsiasi altra emissione sonora.

«Ma mi ascolti, no? Non le interesserebbe tirare su mille euro?».

La motosega venne spenta.

«Mille euro?».

«Sì, se lei fa quello che le dico ci sono mille euro per lei».

«Mille euro, lei ha mille euro?».

«Certo che ce li ho, se no come faccio a offrirli a lei?».

«Vedere i mille euro».

«Ma che dice, ovvio che non li ho qui con me, ma a casa ne ho quanti ne voglio, di euro».

«Eh, no, mi dispiace, ci sono già cascato una volta. Un signore molto gentile, proprio dalla camera dove si trova lei, mi offrì trecento euro se gli portavo qui la sua signorina. Insomma feci ottanta chilometri per andarla a prendere e altrettanti per portarla qui. Però lui nel frattempo è morto, e non mi ha pagato niente. E io ci ho rimesso il tempo, la benzina, il consumo pneumatici eccetera. I trecento euro non li ho visti mai. Anche la signorina è rimasta a bocca asciutta. Allora lei tiri fuori i mille euro, e poi se ne parla».

Riaccese la motosega che infuriava ad alti regimi.

«Aspetti, aspetti! Non ho con me l’intera cifra, ma intanto posso darle trecento euro in anticipo, in contanti».

La motosega fu spenta un’altra volta.

«Vedere i trecento».

Alfio li estrasse dalla tasca del pigiama e li sbandierò in modo che l’agricoltore li potesse vedere.

«Che ne dice? Come vede sono trecento euro».

«Ma lei ha parlato di mille».

«Il resto glielo faccio avere dopo, promesso».

«Macché promesso, prima mi butti i trecento, e poi se ne parla».

«Ma se non sa ancora che cosa le sto per chiedere!».

«E non lo voglio nemmeno sapere, finché lei non mi dà questi trecento».

Alfio sapeva che era molto rischioso, ma non aveva alternative, buttò dal terrazzino le banconote accartocciate, l’agricoltore le raccolse al volo. Le contò scrupolosamente.

«Ok, e che dovrei fare? Le devo portare in camera la sua signorina? Cara le costa la sua signorina. Ma io non do giudizi morali, per me potete fare come volete.



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