La comunicazione imperfetta by Peppino Ortoleva Gabriele Balbi & Gabriele Balbi

La comunicazione imperfetta by Peppino Ortoleva Gabriele Balbi & Gabriele Balbi

autore:Peppino Ortoleva, Gabriele Balbi & Gabriele Balbi [Ortoleva, Peppino & Balbi, Gabriele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-02-22T12:00:00+00:00


3. Scarsità e abbondanza nell’economia della comunicazione.

3.1. Il valore dell’informazione tra domanda e offerta.

Abbondanza e scarsità sono alla base del pensiero economico e della definizione stessa della disciplina: per limitarci a una definizione di vocabolario possiamo ricordare che per il dizionario Treccani, per esempio, l’economia è l’«uso razionale del denaro e di qualsiasi mezzo limitato, che mira a ottenere il massimo vantaggio a parità di dispendio o lo stesso risultato col minimo dispendio»14. Il rapporto stesso tra domanda e offerta, su cui ancora oggi si basano molte delle piú seguite teorie economiche, mette al centro scarsità e abbondanza: la scarsità di un certo bene indotta da un incremento della domanda, cosí come è capitato, per restare nel campo della comunicazione, con i microchip e alcuni componenti dei dispositivi digitali durante la pandemia di Covid-19, può accrescerne il valore; o, all’opposto, la scarsa domanda di un bene a causa di crisi economiche o di un modesto appeal sul pubblico può generare un accumulo e quindi una sovrabbondanza di prodotti che ne riduce il valore, fino in alcuni casi ad azzerarlo. L’equilibrio tra domanda e offerta può essere letto come una soluzione, sempre provvisoria, della tensione tra scarsità e abbondanza. In una logica di mercato non c’è la quantità «giusta» ma quella che si trova a mano a mano, per tentativi e per adattamento.

La comunicazione, se la osserviamo in questa ottica puramente economica, funziona per certi versi in maniera opposta rispetto ad altri settori delle attività umane. Anzitutto, il prodotto «informazione» ha la peculiarità di essere intangibile e immateriale, ha un valore sia economico sia culturale, e soprattutto il suo consumo non lo consuma15. Prendiamo una serie tv su una piattaforma di streaming: il fatto che milioni di persone la seguano simultaneamente, o a poche ore dalla sua uscita sulla piattaforma, non diminuisce il suo valore, non provoca una scarsità nell’offerta dovuta a una richiesta eccessiva della domanda concentrata tutta nello stesso tempo; anzi, al contrario, quel «prodotto» mediatico acquista un valore maggiore. Un valore economico e anche sociale e culturale, dal momento che molti ne parlano sui social media e anche chi non ha ancora sottoscritto un abbonamento alla piattaforma è invogliato a farlo proprio per seguire quella serie che diviene di tendenza.

In gran parte degli altri settori dell’economia, una domanda sovrabbondante di prodotti come automobili, cibo, vestiario avrebbe l’effetto di ridurre la disponibilità di quei beni, stimolando la nuova produzione e nel frattempo aumentandone il costo, sulla base della legge della domanda e dell’offerta. Ciò però non vale per l’informazione. Non ci sono in linea di principio limiti materiali al fatto che piú persone accedano a una stessa informazione e il valore dell’informazione medesima non è calcolabile sulla semplice base della proporzione tra offerta e domanda, ma varia a seconda dei tipi di contenuto.

Esistono poi, e hanno un ruolo cruciale nell’economia della comunicazione, interventi che permettono di sottoporre contenuti di vario genere (prima di tutto testuali, poi anche musicali e audiovisivi) a regole simili a quelle classiche della domanda e dell’offerta.



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