La comunità possibile by Laura Boldrini

autore:Laura Boldrini [Boldrini, Laura]
La lingua: ita
Format: epub
Google: qys2MQAACAAJ
editore: Marsilio
pubblicato: 2017-07-14T22:00:00+00:00

Dalla sponda sud

Una fotografia, in bianco e nero.

A sinistra, due uomini in piedi, su una spiaggia. Devono essere appena usciti dall’acqua, i costumi a calzoncino sono attaccati alla pelle.

A destra, un altro uomo è sdraiato prono sulla sabbia. Vestito invece di tutto punto, con tanto di scarpe e calzini.

Sorridono, rivolti all’obiettivo. Dietro si allargano un mare quieto e la città bianca che gli corre intorno.

È uno scatto del 1957. L’uomo sulla destra è lo scrittore statunitense William Burroughs, gli altri sono i suoi colleghi e amici Peter Orlovsky e Jack Kerouac. E la distesa sabbiosa è la spiaggia di Tangeri, la stessa davanti a cui mi trovo io adesso. La guardo mentre percorro in macchina il lungomare. È maggio ed è vuota. E ciò che la memoria di quella foto mi rimanda come una superficie incolore, è al contrario una sabbia di un giallo carico, quasi arancione, lambita dal medesimo mare quieto e dalle sue onde schiumose che si incontrano e si lasciano, si susseguono e si incrociano, e urtandosi si rompono per poi ricomporsi e ricominciare la loro danza infinita.

A poca distanza da questo avamposto africano verso l’Europa, dove l’Atlantico e il Mediterraneo si congiungono, Ercole aveva piantato due colonne a segnare il limite estremo del mondo conosciuto. Di là, c’è la Spagna. La vedo.

Tangeri. È proprio il posto ideale per il lavoro che ci aspetta domani.

La hall dell’Hôtel Tulip è in fermento. È tutto un andirivieni di delegazioni, interpreti, personale che si affanna su e giù nella Salle Royale. L’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo sta per dare avvio al Terzo vertice dei presidenti dei Parlamenti, e il brulicare chiassoso che precede l’inizio dei lavori è quasi in continuità con il fervore che si dipana fuori, nelle strade e nei vicoli di Tangeri. Dentro, nella sala in cui si terrà il vertice, arabo, francese, inglese, spagnolo si mescolano e si confondono, in sintonia con la storia e l’attitudine di questa città.

È il 28 maggio 2016. Siamo qui per concentrarci su un argomento specifico: l’avvenire comune nello spazio euromediterraneo, «motore di uno sviluppo condiviso in materia di pace e sicurezza, nonché di uno sviluppo sostenibile che tenga conto dei cambiamenti climatici e dell’ambiente». Tema in linea con i principi di questa assemblea, creata per istituire un dialogo permanente fra i ventotto Parlamenti dell’Unione europea – la sponda nord del Mediterraneo – e quindici Parlamenti della sponda sud ed est.

Ad aprire la sessione è Rachid Talbi El Alami, che detiene la presidenza di turno in quanto presiede la Camera dei rappresentanti del Marocco, una nazione che considera la collaborazione con l’Ue un fattore di rilievo della propria politica estera, elemento che ha favorito il processo di consolidamento democratico tuttora in atto. Il paese ha pure fatto un notevole investimento nelle politiche ambientali, tanto che il 3 febbraio 2016 il re Mohamed IV ha inaugurato a Ghessate il più grande impianto solare termodinamico del mondo, con l’obiettivo di coprire entro il 2030 – attraverso le energie rinnovabili – il cinquantadue per cento del fabbisogno elettrico nazionale.

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