La corona di ossa by Jennifer L. Armentrout

autore:Jennifer L. Armentrout
La lingua: ita
Format: epub
editore: HaperCollins Italia

25

Casteel e io avevamo passato la giornata precedente ad assaporare la vita, perciò, quella di oggi l’avremmo dedicata ad assicurarci di avere tanti altri giorni simili in futuro.

Avremmo incontrato i suoi genitori.

Prima però dovevamo alzarci dal letto. Ma nessuno dei due aveva fretta di farlo.

Mentre Casteel giocherellava con i miei capelli, chiacchierammo di quello che avevamo visto il giorno prima, e ci fu anche un momento in cui cantai in maniera alquanto poetica le lodi del dolce gelato che avevo mangiato.

In una pausa di silenzio, durante la quale mi convinsi che era ormai ora di alzarsi, Casteel chiese: «Quando hai guarito quella bambina, ieri, hai notato delle differenze nelle tue capacità?».

«No» risposi, disegnandogli degli otto sul petto. «Be’, non lo so in realtà. Quando ho guarito le ferite di Beckett, non ho avuto bisogno di pensarci su. È successo e basta. Ma questa volta ho dovuto agire come facevo di solito in passato.»

Casteel si arrotolò una ciocca dei miei capelli intorno al dito. «Pensare a ricordi felici?»

«Sì. Ho pensato a quando ci siamo sposati.» Sollevai la testa e gli posai il mento sul petto. Lui mi rivolse un sorriso dolce. «E ho pensato a quanto fosse ingiusto che la bambina si fosse fatta così male, e ho…»

«Che cosa?»

Mi mordicchiai il labbro. «Sembra sciocco anche solo prenderlo in considerazione, ma mentre tenevo le mani su di lei, dentro di me ho pensato che non fosse troppo tardi… che sarebbe vissuta.»

Lui mi percorse il viso con lo sguardo. «Sapevi che era già morta?»

«Non…» Feci per negare, ma mi interruppi. Mi era tornato in mente quello che Casteel aveva detto la mattina precedente. Non avevamo più il lusso di negare. In quel caso parlava della Corona, ma la stessa logica si applicava anche adesso. «Non posso essere certa che fosse morta, ma ci era vicina.»

Lui liberò lentamente la ciocca di capelli arrotolata. «Dunque hai indotto la sua anima a rimanere con lei, oppure l’hai riportata in vita, Poppy.»

Il mio cuore ebbe un sobbalzo. «Mi è difficile accettarlo, ma credo sia così.» Mi alzai in ginocchio e i capelli mi ricaddero sulle spalle. «Per via di ciò che è Nyktos ha senso che io ne sia in grado, ma è…»

«Straordinario.» Con cautela, Casteel liberò la mano dai miei capelli.

«Stavo per dire irritante.»

Lui aggrottò la fronte. «Hai dato a quella bambina una seconda possibilità di vivere. Come fa a essere null’altro che meraviglioso?»

Abbassai lo sguardo sulle mani. Non sapevo come spiegarmi. «È solo che quel tipo di abilità… ha una potenza che fa paura.»

«Spiegami.»

Sospirando, scossi la testa. «So che i testimoni di quello che è successo ieri sono convinti che io sia una divinità…»

«Secondo me sono convinti che tu sia una dea» ribatté lui. «E c’è una differenza tra le due cose.»

«D’accordo. Pensano che io sia una dea. Ma sappiamo entrambi che non è così» sottolineai, e lui si limitò a inarcare un sopracciglio. Io alzai gli occhi al cielo. «Comunque sia, compiere un atto simile mi fa sentire come se stessi… giocando a fare la dea.

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