La dama rossa by Giada Trebeschi

La dama rossa by Giada Trebeschi

autore:Giada Trebeschi [Trebeschi, Giada]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Historical
ISBN: 9788852048036
Google: IaXiAgAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2014-03-03T23:00:00+00:00


5 dicembre 1938

Roma, casa di Cesare, ore 2.10

Quando Tettamanzi aveva richiuso la porta dietro di sé a Letizia era sembrato che su di lei calasse il coperchio di una bara.

Il capitano aveva fornito al Piccolo documenti falsi e un po’ di soldi perché arrivasse in Svizzera. Ora Cesare e Mario lo stavano accompagnando alla stazione e lei si augurava con tutta se stessa che riuscisse a salire su quel treno.

Era ancora lì, immobile a fissare la porta, quando sentì le braccia del capitano che la stringevano. Non si sarebbe mai aspettata un gesto così audace. In una situazione normale non se lo sarebbe permesso, ma adesso, come Kornblum, anche de’ Risis sapeva di non poter perdere tempo. E Letizia gliene fu grata.

La stazione era un luogo piuttosto frequentato, anche di notte e soprattutto dai militari. Il capitano non poteva rischiare di essere riconosciuto in compagnia di un ricercato: sarebbe stata la fine per lui, ma anche per Letizia e Alessandro. Si fidava di Cesare e Mario, ma era in ansia per il giovane Kornblum.

«Non potevo far altro per lui» sussurrò a Letizia.

Il capitano aveva detto quelle parole tradendo nella voce un’inquietudine che la donna non gli aveva mai sentito. Forse era per il fatto che ora la cosa non dipendeva più da lui e sfuggiva al suo controllo, forse era per il timore che accadesse qualcosa che non aveva previsto o, più semplicemente, si sentiva in colpa per non essere andato lui stesso ad accompagnarlo. Dalla dolcezza con cui le aveva parlato Letizia comprese che lo aveva fatto per lei.

Senza dir nulla, si lasciò coccolare da quelle braccia forti e accoglienti. Sollevò il volto per guardarlo negli occhi, un po’ imbarazzata dalla presenza di Alessandro, che fingeva di leggere il taccuino.

«Devo tornare da Dolores» disse il capitano rabbuiandosi di colpo.

«Dolores?» chiese Letizia allontanandosi di scatto da Giulio.

«Sì, la signora che vi ha ospitati oggi nella sua casa. È una mia vecchia amica.»

Le gote di Letizia si infiammarono.

«Una delle sue ragazze sta tenendo piuttosto impegnato il giovane che, secondo Morelli, non dovrebbe mai perdermi di vista, ma devo farmi trovare lì quando avrà finito» continuò il capitano divertito da quell’ombra di gelosia che poteva leggerle sul volto.

«Può anche andare subito, se vuole, noi abbiamo da fare» balbettò Letizia cercando di sembrare indifferente.

«So che in pubblico non sarebbe prudente, ma speravo potessimo darci del tu, almeno in privato» cercò di addolcirla de’ Risis.

Letizia non riusciva neppure a rispondere.

«Il capitano fra poco deve andare. Non credi che potremmo dare un’occhiata tutti insieme al resto delle carte segrete?» le venne in aiuto Alessandro cambiando discorso.

«Mi sembra un’ottima idea. Sono proprio curioso di vedere queste carte! E chissà che non ci forniscano altri indizi» rispose de’ Risis.

«D’accordo. Voltatevi, per favore» disse lei cercando di calmare quel vortice di sensazioni.

Letizia si spogliò, sfilò dalla sottoveste la busta di stoffa che teneva legata in vita e appoggiò le carte sul tavolo.

«Ecco, potete girarvi ora.» Il capitano non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, mentre Letizia riprendeva la lettura dal punto in cui si erano interrotti.



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