La falena e la montagna by Ed Caesar

La falena e la montagna by Ed Caesar

autore:Ed Caesar [Caesar, Ed]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2021-06-28T16:00:00+00:00


Wilson aveva trascorso quattro giorni volando basso sulla campagna europea, mentre la primavera volgeva all’estate. Una passeggiata. La parte più difficile del volo stava per cominciare. Mentre lasciava la costa della Sicilia, diretto a Tunisi attraverso centosessanta chilometri di mare, le nubi si radunarono sul Canale di Sicilia. Al di sopra dei centocinquanta metri era tutto grigio. Wilson non riusciva a vedere nulla. Senza un orizzonte di riferimento era difficile tenere l’aereo orizzontale. A volte era difficile capire dove fossero l’alto e il basso.

Wilson tentò di virare dove l’atmosfera era più limpida. Mise l’aereo in assetto al di sotto delle nubi. Era talmente vicino all’acqua che riusciva a vederne la schiuma. A volte, pur essendo così basso, la nebbia copriva tutto e lui volava alla cieca. Nella carlinga, coi piedi nervosi sul timone e la mano destra sudata sulla cloche, si aspettava quasi che il mare o una collina gli lampeggiassero davanti, troppo tardi per evitarli. La traversata richiese poco più di un’ora. Quando trovò la costa, e il cielo azzurro, ebbe un moto di giubilo. Dieci minuti dopo, era sulla pista d’atterraggio a Tunisi.

Il suo piano era volare a est da Tunisi, lungo la costa nordafricana, verso l’Egitto. Questo, lo sapeva, era un Paese pericoloso. Fra i punti di approdo in questa fase del viaggio c’erano ampie zone di deserto di sabbia e di roccia. Il mese prima l’Avro Avian del capitano Bill Lancaster era scomparso circa milleseicento chilometri a sud, nel Sahara, mentre tentava il record da Londra a Città del Capo. Erano passate sei settimane e non era ancora stato individuato. (Quando il capitano Lancaster fu trovato, trent’anni più tardi, nel deserto algerino, non fu un bello spettacolo: un aereo con la fusoliera spezzata, un diario di bordo, un cadavere.6) Wilson aveva preparato una scatola di emergenza con galloni di acqua potabile. Non l’avrebbe sostentato a lungo se si fosse schiantato nel deserto.

Wilson avrebbe potuto raggiungere l’India prendendo una rotta a nord del Mediterraneo, attraverso l’Europa orientale e Istanbul: un itinerario più semplice, benché meno diretto di quello che aveva scelto. Amy Johnson e altri avevano percorso la rotta a nord,7 mentre Bert Hinkler aveva preferito quella a sud. Valutate entrambe le opzioni, Wilson aveva preso una decisione e ritagliato le sue mappe.

Era essenziale raggiungere Il Cairo. Nei mesi durante i quali aveva progettato il suo viaggio, si era reso conto che avrebbe dovuto attraversare la Persia, il che richiedeva un permesso. La sua domanda per poterne percorrere lo spazio aereo era stata trattata a Londra tramite l’Automobile Association. Gli avevano assicurato che il documento lo avrebbe atteso, insieme a un funzionario britannico, nella capitale egiziana. L’idea di Wilson era usare gli aerodromi sulla costa per arrivare alla meta.

A Tunisi, tuttavia, ebbe un inciampo. Dopo il tremendo volo sul Canale di Sicilia, Wilson atterrò in un aerodromo alla periferia della capitale tunisina, ma non trovò nessuno che lo aiutasse a fare rifornimento. Voleva volare per oltre trecentoventi chilometri verso sud, a Gabès, all’estremità meridionale della penisola di Mahouin, ma non osava rischiare di farlo senza il serbatoio pieno.



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