La follia di Almayer by Joseph Conrad

La follia di Almayer by Joseph Conrad

autore:Joseph Conrad [Conrad, Joseph]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: no cover, italiano, archivio italiano
ISBN: 9788858650653
Google: uTIGAAAAQBAJ
pubblicato: 2013-06-18T22:00:00+00:00


"Ehi", esclamò Lakamba. "Lei è davvero saggia".

"Sì, ha un suo demone che le sussurra consigli all'orecchio", assentì Babalatchi. "Ha trascinato con grande sforzo il corpo verso il punto dove si erano arenati molti tronchi. Tutto questo è stato fatto nell'oscurità, quando la tempesta era passata. Poi ha aspettato. Alla prima luce dell'alba ha picchiato la faccia del morto con una pietra pesante, e lo ha spinto fra i tronchi. È rimasta nei pressi, a sorvegliare. Al sorgere del sole Mahmat Banjer è arrivato e lo ha trovato.

Tutti ci hanno creduto; io stesso mi sono ingannato, ma non a lungo. L'uomo bianco ci ha creduto, e nel suo dolore è scappato a casa. Quando siamo rimasti soli, io, che avevo i miei dubbi, ho parlato con la donna e lei, temendo la mia collera e il tuo potere, mi ha raccontato tutto chiedendomi aiuto per salvare Dain".

"Non deve cadere nelle mani degli Orang Blanda", disse Lakamba; "ma che muoia, se la cosa si può fare senza troppo rumore".

"Non si può, Tuan! Ricorda che c'è quella donna che, essendo mezzo bianca, è passionale, e farebbe un gran chiasso. E inoltre sono qui gli ufficiali. Sono già piuttosto in collera. Dain deve scappare; deve andarsene. Per la nostra stessa salvezza lo dobbiamo aiutare".

"Gli ufficiali sono molto in collera?", si informò Lakamba, con interesse.

"Molto. Il capo ha usato parole pesanti quando si è rivolto a me - a me che lo stavo salutando a nome tuo. Non credo", aggiunse Babalatchi, dopo una breve pausa e con l'aria molto preoccupata, "non credo di aver mai visto un capo bianco tanto in collera prima. Ha detto che eravamo stati imprudenti, o anche peggio. Mi ha detto che voleva parlare con il Rajah, e che io non contavo niente".

"Parlare con il Rajah", ripeté Lakamba pensoso. "Ascolta, Babalatchi: io sono malato e devo stare ritirato; tu attraversa il fiume e dillo ai bianchi".

"Sì", disse Babalatchi, "vado subito; e per Dain?".

"Mandalo via come ritieni meglio. Questo è un grande affanno per il mio cuore", sospirò Lakamba.

Babalatchi si alzò, e avvicinatosi al suo padrone gli parlò con tono molto serio.

"C'è uno dei nostri praho alla foce meridionale del fiume. La nave da guerra olandese è a nord, per sorvegliare lo sbocco principale. Manderò via Dain stanotte con una canoa, per i canali interni, fino al praho. Suo padre è un grande principe, e sentirà parlare della nostra generosità. Il praho lo porterà ad Ampanam. La tua gloria sarà grande, e avrai come ricompensa una potente amicizia. Almayer senza dubbio consegnerà agli ufficiali il cadavere come fosse quello di Dain, e gli sciocchi uomini bianchi diranno, "Va benissimo, sia fatta la pace. E l'affanno sarà sollevato dal tuo cuore, Rajah"".

"È vero! È vero!", disse Lakamba.

"Ed essendo tutto questo opera mia che sono tuo schiavo, tu mi darai una ricompensa con mano generosa. Di questo sono certo! Il bianco piange per il suo tesoro perduto, alla maniera dei bianchi che sono sempre assetati di dollari.

Così, quando tutte le cose saranno a posto, riusciremo forse ad avere il tesoro dal bianco.



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