La forza della natura by Antonio Leotti

La forza della natura by Antonio Leotti

autore:Antonio Leotti [Leotti, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2020-02-03T23:00:00+00:00


Tutto si sarebbe aspettato Gianni

Tutto si sarebbe aspettato Gianni, ovvero Sergianni Gualfardo Morigi di Pallanza De Muzzi della Panacea, ma non di trovare Maria Leonia Guyart, vedova Morigi di Pallanza De Muzzi della Panacea, priva di sensi, nuda sul pavimento del suo marmoreo bagno privato. La parola “nonna” gli si seccò in gola, troppo era l’orrore che, per la prima volta nella sua non brevissima vita, gli si parava davanti. Sua nonna, settantacinquenne ancora in gamba, il corpo sfiorito e, come sempre, ferocemente abbronzato, giaceva appena fuori dalla doccia, e nella sconcia esibizione dei genitali, dei seni cadenti, della rada peluria del ventre, della carne avvizzita, trionfò di colpo la visione della morte. Gianni fuggì urlando. Aiuto, aiuto, la nonna! La nonna si sente male! Subito accorse la servitù, una coppia di filippini, la cuoca di Solbiate Arno, Agostino l’autista devoto della contessa. Fu chiamata un’ambulanza e fu informato il dottor Riganti, medico curante della contessa da anni immemori, e in tutto quel trambusto nessuno si accorse dell’assenza di Gianni. L’unico legittimo erede della nobile casata brianzola si era dileguato in preda al terrore.

Cosa aveva visto il fuggiasco? O meglio, era vero quello che aveva visto? Sarà comunque un malore passeggero, ma certo, la nonna sta benissimo, è in perfetta salute, è normale avere un malore alla sua età, però doveva pur trovare il coraggio di tornare indietro a vedere, a controllare, sicuramente la nonna lo avrebbe rimproverato perché quando serviva non c’era mai, l’avrebbe trovata seduta sul letto con l’eterna sigaretta tra le dita e si sarebbe fatta portare un bicchiere di rosso perché da brava francese non poteva concepire la vita senza vino e sigarette. Vero? Era andata così, no? Ma sì, era così, dai. Quella era d’acciaio, indistruttibile. La nonna adorata che tutti i suoi vizi segretamente inventava e manteneva con ardore dannunziano solo perché non aveva una nipote femmina da poter plasmare a sua immagine e si era così dovuta accontentare del bel Sergianni a cui era dunque toccata una ferrea educazione alla frivolezza e alla leggerezza, l’aveva formato assecondando ogni suo più piccolo desiderio e inculcandogli un vago codice cavalleresco che aveva fatto di lui, più che un coraggioso cavaliere, un pazzo pericoloso dedito a ogni impresa in cui fosse in gioco la vita, l’aveva dunque proiettato ben oltre il senso che comunemente si attribuisce alla parola “viziato”. Ne aveva fatto un essere perfettamente altezzoso e distratto, capriccioso e innocente, buono e crudele, soprattutto con le donne. Però era l’unica che gli avesse voluto davvero bene, non poteva morire, non era possibile, non poteva abbandonarlo alle smanie sadiche di sua madre. Ma lo spettro dell’immobilità del corpo non lo lasciava in pace un momento, inanimato, perfetto nella sua fissità, ma più di tutto lo terrorizzava il ricordo degli occhi aperti, lì aveva visto, per un momento brevissimo, un millesimo di secondo, sufficiente però a constatare l’irreparabile, l’inaccettabile assenza di vita.

Decise perciò di non atterrare.

Manovrò il volantino del Piper e salì a millecinquecento piedi, nel cielo



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.