La fotografia by Enrico Menduni

La fotografia by Enrico Menduni

autore:Enrico Menduni [Menduni, Enrico]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Musica e spettacolo, Farsi un'idea
editore: il Mulino
pubblicato: 2010-02-14T23:00:00+00:00


L’obiettivo

L’obiettivo è composto da una sistema di lenti concave e convesse. Può spostarsi, ruotando la corona (il rivestimento circolare dell’obiettivo) lungo l’asse centrale dell’ottica, determinando la messa a fuoco (come avviene nei binocoli o nei microscopi). Una fotografia «a fuoco» è nitida, i particolari e i contorni delle figure sono delineati e gli occhi non fanno un particolare sforzo per osservarla bene. Una foto «sfocata» ha contorni e dettagli confusi. Questi elementi rendono generalmente la foto meno leggibile; anche se, nella foto di un maestro, possono essere effetti voluti. Lasciare sfocate porzioni secondarie della foto è piuttosto comune. Dagli anni Trenta in poi gli apparecchi più sofisticati hanno permesso di montare sul corpo macchina una crescente varietà di ottiche.

Gli obiettivi variano a seconda dell’angolo di campo (l’ampiezza del campo che riescono ad abbracciare). A determinare l’angolo di campo, oltre al tipo di lenti, è la lunghezza focale, cioè la distanza in millimetri tra il piano della pellicola e il centro della lente dell’obiettivo. La qualità delle lenti determina la nitidezza della visione. I «teleobiettivi» hanno una distanza focale molto lunga (superiore agli 80 mm) e un angolo di campo ristretto (meno di 28o); servono a fotografare scene lontane, fino a un chilometro di distanza. I «grandangolari» hanno una focale cortissima (17-35 mm) e un angolo di campo molto largo, oltre 70o; sono usati per fotografare soggetti molto grandi o riprodurre per intero un interno, un’architettura, un paesaggio. Gli obiettivi «normali» hanno una lunghezza focale intorno ai 50 mm, vicina alla misura della diagonale del fotogramma (che per i 35 mm è di 43 mm) e un angolo di campo di 46o circa.

Più un obiettivo è grandangolare (più è corta la distanza focale), più tende ad avere «aberrazioni» (distorsioni), in particolare ai lati dell’immagine. Un ritratto ripreso con un grandangolare deforma irrimediabilmente la persona ripresa in primo piano. Più è lunga la focale, più si restringe l’angolo di campo e quindi la porzione di spazio che è possibile inquadrare. Se stiamo assistendo a un congresso in un palazzo dello sport, a parità di punto di vista useremo un grandangolo per una visione d’insieme della sala, un teleobiettivo per un primo piano dell’oratore alla tribuna, un 50 per fotografare a mezzo busto i partecipanti. Si sono diffusi negli anni Settanta gli obiettivi zoom, che hanno una lunghezza focale variabile con continuità, mantenendo la messa a fuoco, e non costringono il fotografo a cambiare obiettivo. Gli zoom hanno fatto grandi progressi ma spesso sono meno luminosi e hanno una qualità inferiore rispetto alle ottiche fisse di lunghezza focale corrispondente.

Il diaframma determina la quantità di luce che entra nella macchina al momento dello scatto. Ha varie posizioni che corrispondono a una maggiore o minore apertura, e quindi a una maggiore o minore quantità di luce che entra nella fotocamera. La regolazione del diaframma determina la profondità di campo, cioè la parte del campo visivo che si vede nitidamente. L’ansia di ottenere una foto completamente a fuoco, con tutti i vari piani dell’immagine e i



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