La fuga di Anna by Mattia Corrente

La fuga di Anna by Mattia Corrente

autore:Mattia Corrente [Corrente, Mattia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio
pubblicato: 2022-02-23T23:00:00+00:00


Quattordici

Il cinese ha chiuso la locanda per fare dei lavori, perciò ho dovuto sloggiare. Ho trovato una pensione accogliente sul lungomare di Patti Marina. Quando mi hanno consegnato la chiave della camera è stato come tornare a casa, nella nostra stanza da letto. I mobili in arte povera, la finestra con lo scuro interno di legno bianco, il pavimento con le mattonelle di cotto a spina di pesce.

Mi abbottono stretto il cappotto davanti allo specchio sopra la cassettiera. Il freddo di dicembre mi ha ferito la gola. Dietro di me ci sei tu, ti vedo riflessa nello specchio indicarmi il colletto, alza il colletto, Seve, le cervicali, Seve, che poi ti lamenti dei dolori e dai la colpa alla vecchiaia.

Il signore che gestisce la pensione si è offerto di accompagnarmi alla stazione. Le viene lontano, la porto io, ha detto. Mi ha chiesto quando torno, così viene a prendermi.

Torno, gli ho risposto, non so quando ma torno.

La biglietteria è chiusa, mi accodo alla fila davanti a una macchinetta automatica parlante e quando è il mio turno chiedo aiuto a una ragazza con una chitarra sulle spalle. Troppi bottoni, per me. La bocca della macchinetta sputa fuori il biglietto Patti-Messina, il tabellone sopra la testa dice che il prossimo treno partirà tra trenta minuti al binario due. Scendo nel sottopassaggio con le mani in tasca, cerco il pezzo di carta, non lo trovo e mi fermo per aprire il cappotto.

Per fortuna è nel taschino interno, insieme al portafogli e alla tua foto.

Il vagone è vuoto, solo qualche passeggero seduto qua e là e un gruppo di ragazzi stravaccati sui sedili, gli zaini sotto i piedi, giocano a carte, a briscola. Si fanno i segnali, sbattono le carte sul tavolo quando fanno punti, litigano tra compagni. Mi accomodo su uno dei sedili a fianco, allungo il collo per seguire il gioco ma sono lontano.

Uno di loro se ne accorge.

«Se lei mi fa il compagno ci facciamo un quattro e sessantuno» mi propone il ragazzo capellone con la barba incolta, e subito quello dirimpetto a lui si alza cedendomi il posto. Per i giovani noi vecchi siamo maestri della briscola e della scopa, è un onore averci come compagni. Giochiamo fino a Barcellona, io e il capellone siamo sopra di dieci punti quando sbaglio l’ultima mano che manco un principiante. Ho perso il conto delle briscole ancora rimaste nel mazzo.

Io e te, quando era inverno e faceva buio presto e Stromboli scompariva inghiottita dalla notte, passavamo interi pomeriggi al caminetto a giocare a briscola e bere bicchierini di amarena fatta in casa.

Scendo dal treno e iniziano i crampi alle gambe, il formicolio ai piedi mi tormenta. Mi sono allenato un anno intero per affrontare questo viaggio, ho fatto il giro dell’isola così tante volte da perdere il conto. Eppure sono già stanco, Anna, voglio tornare a casa e dormire nel nostro letto, stendere le gambe sul nostro divano, guardare alla tv il programma dei pacchi e badare all’orto, raccoglierti le verdure e poi litigare a pranzo perché le hai cucinate insipide o troppo salate.



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