La gatta che amava le acciughe by Detlef Bluhm

La gatta che amava le acciughe by Detlef Bluhm

autore:Detlef Bluhm [Bluhm, Detlef]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-03-25T12:05:29+00:00


un gatto con molti topi

Londra. Un gatto nero londinese è ricco sfondato. La sua padrona, Margaret Layne, morta a 89 anni, ha lasciato a Tinker (un gatto di otto anni) la casa e una cospicua somma di denaro. Il valore complessivo del lascito, amministrato da un’apposita fondazione, ammonta a 693.000 euro. Il testamento prevede che dopo ventun anni, o dopo la morte di Tinker, passi tutto a una coppia di vicini che già ora si occupa del felino. Il gatto ha due gatte che gli fanno compagnia. Nel testamento c’è una clausola molto dura: se Tinker dovesse iniziare a vagabondare, perderebbe tutto.

Hamburger Abendblatt, 7 maggio 2003

Ovviamente, un gatto che possiede 693.000 euro può essere definito ricco sfondato. Ma possono essere considerati ricchi sfondati anche i venticinque gatti luga-nesi del defunto O.W. Fischer.

Secondo quanto riportato dal l’Hamburger Abendblatt il 4 febbraio 2004, l’attore ha lasciato loro venti milioni di euro (che divisi per venticinque gatti fa, a occhio, quasi quanto ereditato da Tinker).

Tuttavia, la ricchezza di questi gatti impallidisce se messa in relazione col mondo globalizzato della

high society animale. Perché a Hollywood ci sono misure ben diverse.

Prendiamo per esempio Moose, un Jack Russell Terrier. La sua comparsa nella serie tv Frasier gli ha fruttato ventitré milioni di dollari. Oppure l’orca Keiko. Come star nel film Free Willy ha guadagnato la somma incredibile di venticinque milioni di dollari.

Lasciamo Hollywood. A Città del Capo si può incontrare Kalu. E’ una delle creature più ricche del pianeta e possiede un patrimonio immobiliare di oltre sessanta milioni di euro. Kalu è una femmina di scimpanzé. Ma questa somma incredibile non è la più elevata, perché l’animale più ricco del mondo si trova alle Bahamas: Gunther IV, un pastore tedesco. Quando nel 1992 la sua proprietaria, la contessa tedesca Karlotta Libenstein, morì alle Bahamas, lasciò al padre di Gunther (quindi Gunther III) sessantacinque milioni di dollari. La notizia si legge in un articolo del quotidiano Die Welt comparso nel luglio 2000. Questa notizia fece il giro del mondo solo nell’estate 2000 perché l’esecutore testamentario aveva appena provveduto all’acquisto per sette milioni e mezzo di dollari di una proprietà non indifferente. « La lussuosa villa di Madonna diventa la cuccia più cara del mondo

», titolò con divertimento il giornale tedesco. Legalmente, la villa è stata acquistata dalla Gunther Corporation, che attualmente amministra un patrimonio complessivo di oltre duecento milioni di dollari. Gunther IV - così afferma il suo portavoce -, da quando si trova a Miami, risiede abitualmente nella ex camera da letto della popstar.

Queste e altre notizie simili lasciano pensare che il denaro appartenga effettivamente agli animali.

Ovviamente non è così. Gli animali non possono ereditare direttamente neppure negli Stati Uniti, il Paese in cui tutto sembra possibile.

Questo vale anche per la Germania. E’ vero che la riforma del codice civile tedesco del 1990 ha decisamente migliorato i diritti degli animali, quindi anche di quelli domestici, ma questo non ha avuto conseguenze sulle eredità.

Andiamo con ordine. Nel diritto tedesco valeva la concezione del diritto romano per cui gli animali sono equiparati agli oggetti.



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