La grande trasformazione by Karl Polanyi

La grande trasformazione by Karl Polanyi

autore:Karl Polanyi
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo dodicesimo

La nascita del credo liberale

Il liberalismo economico era il principio organizzativo di una società impegnata nella creazione di un sistema di mercato. Nato come semplice inclinazione verso metodi non burocratici esso si evolse in una vera fede nella salvazione secolare dell’uomo attraverso un mercato autoregolato. Un fanatismo del genere era il risultato dell’improvviso aggravamento del compito cui si trovava impegnato: la grandezza delle sofferenze che dovevano essere inflitte a persone innocenti oltre all’ampiezza della portata degli intricati cambiamenti implicati nella fondazione del nuovo ordine. Il credo liberale assumeva il suo fervore evangelico soltanto in risposta alle necessità di una economia di mercato pienamente sviluppata.

Antedatare la politica del laissez-faire, come spesso viene fatto, al tempo in cui questo slogan venne usato per la prima volta in Francia verso la metà del diciottesimo secolo sarebbe del tutto astorico; possiamo dire con certezza che soltanto due generazioni più tardi il liberalismo economico diventò qualcosa di più di una tendenza discontinua. Soltanto negli anni ’820 si realizzò pienamente nei suoi tre classici aspetti: che il lavoro dovrebbe trovare il suo prezzo sul mercato, che la creazione della moneta dovrebbe essere sottoposta ad un meccanismo automatico, che le merci dovrebbero essere libere di passare da un paese all’altro senza ostacoli o preferenze; in breve: un mercato del lavoro, la base aurea ed il libero scambio.

Attribuire a Francois Quesnay l’avere previsto un simile stato di cose sarebbe poco meno che fantastico. Tutto ciò che i fisiocratici richiedevano in un mondo mercantilistico era la libera esportazione di cereali per assicurare un reddito maggiore ad agricoltori, fittavoli e proprietari terrieri. Per il resto il loro ordre naturel non era più che un principio direttivo per la regolamentazione dell’industria e dell’agricoltura da parte di un governo che si supponeva onnipotente ed onnisciente. Le Maximes di Quesnay erano intese a fornire ad un simile governo i punti di vista necessari per tradurre in termini di pratica politica i principî del Tableau sulla base di dati statistici che egli offriva di fornire periodicamente. L’idea di un sistema di mercati autoregolati non era mai passata per la sua mente.

Anche in Inghilterra il laissez-faire era interpretato in modo ristretto: esso significava libertà dalle regolamentazioni della produzione; il commercio non vi era compreso. Le manifatture del cotone, meraviglia del tempo, si erano sviluppate dal nulla fino a diventare la principale industria di esportazione del paese e tuttavia l’importazione di cotoni stampati rimaneva proibita da un preciso statuto. Nonostante il tradizionale monopolio del mercato interno veniva concesso un premio di esportazione per il calicò e la mussola. Il protezionismo era radicato a tal punto che i fabbricanti di cotone di Manchester chiesero nel 1800 la proibizione dell’esportazione del filato, anche se erano consapevoli del fatto che questo significava per loro una perdita di affari.

Un decreto approvato nel 1791 estendeva le penalità per l’esportazione di strumenti usati nella fabbricazione di prodotti di cotone all’esportazione di modelli o di istruzioni. Le origini liberoscambiste dell’industria del cotone sono un mito. Tutto ciò che l’industria voleva era la



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