La guerra invisibile by Maurizio Pagliassotti

La guerra invisibile by Maurizio Pagliassotti

autore:Maurizio Pagliassotti [Pagliassotti, Maurizio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-02-23T12:00:00+00:00


70 chilometri di corsa

Seduto di fronte allo zaino avevo lungamente pensato se mi sarebbe mancata la corsa, e ancor piú tempo avevo dedicato alla decisione se portare le scarpette o meno: alla fine avevo deciso, di fronte al peso complessivo di dodici chilogrammi, che avrei perso completamente l’allenamento e pazienza, la corsa sarebbe rimasta per un po’ di tempo solo un ricordo.

Molti anni prima, a Baghdad avevo incrociato un corrispondente di guerra di una famosa testata italiana con cui lungamente discussi proprio sull’argomento sport e luoghi bellici, dato che presso l’Hotel Palestine dove lui risiedeva, io ero in un alberghetto da otto dollari a notte, era diventato famoso anche per i suoi allenamenti lungo la tromba delle scale, percorsa correndo piú volte al giorno, da terra fino alla cima del grattacielo, anche durante i giorni piú cruenti del conflitto del 2004. Circa trenta piani che lo dovevano tenere in forma: in molti lo consideravano un mattacchione. Percorrendo in lungo e in largo i teatri bellici presto ho capito che questa categoria un po’ tragica e un po’ comica, a cui mi ascrivo, è parte del panorama umano. Non solo giornalisti, scrittori e fotografi, ma un po’ tutti.

Quindi dentro lo zaino al momento della partenza le scarpe da corsa non c’erano, cosí come l’abbigliamento sportivo: decisione quanto mai saggia pensai in seguito, quando il peso si faceva sentire sulle spalle lungo i sentieri dei Balcani. Mi ero allenato moltissimo sul piano della resistenza fisica ma durante i primi centocinquanta chilometri percorsi nei Balcani presto ho scoperto che il binomio salita-peso sulla schiena mi provocava un feroce mal di testa, condizione che rendeva tutto molto complesso. Stare male durante una marcia solitaria fa entrare dentro una dimensione psicologica oscura, primitiva: il livello di sopportazione del dolore si alza a dismisura ma l’assunzione di medicine diventa indispensabile. I cammini dei migranti sono disseminati di farmaci, in particolare di anti-infiammatori: servono a resistere alla febbre ma soprattutto ai dolori delle contusioni. Pare che esista un servizio messo su dai trafficanti di Belgrado, ma non ho avuto modo di scoprire molto: in ogni caso il popolo in marcia ne consuma in abbondanza, spesso mischiandoli con bevande energetiche.

Aveva inciso sulla decisione di non portare l’attrezzatura da corsa l’idea che andare a fare sport in luoghi dove l’umanità scava nell’abisso era inelegante: una pura ipocrisia. Poi ho visto un mucchio di gente fare trekking tra ragazzi in fuga dalla polizia e ho capito che tutto ormai è stato sdoganato, in mezzo alla miseria e alla disperazione ormai è legittimo anche fare le ripetute.

Una sera, mentre ero intento a leggere le pagine di Las Cases, lontano da ogni pensiero sportivo e ben contento di essere al caldo, un’amica mi ha mandato un messaggio nel quale mi spiegava che alcune ragazze avrebbero corso una ultramaratona ai piedi delle reti ungheresi con cui avevo avuto a che fare in quei giorni.

Non ero piú tornato in quei luoghi sinistri per paura di essere arrestato qualora mi fossi avventurato un po’ troppo con gli uomini e le donne che assaltano quelle fortificazioni.



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