La lobby di Dio by Ferruccio Pinotti

La lobby di Dio by Ferruccio Pinotti

autore:Ferruccio Pinotti [Pinotti, Ferruccio]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-29T11:29:06+00:00


di strada l’ha fatta, e non solo in ambito vinicolo, arrivando a mettere piede anche in ambienti come quelli chiacchieratissimi della 4

È di Benenati il Bar Alcamo, posizionato strategicamente all’interno dei padiglioni del Meeting di Rimini.

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La lobby di Dio

politica siciliana, con i suoi metodi «poco cattolici» e le sue regole non scritte. Soprattutto ad Alcamo. A cavallo fra gli anni Ottanta e i Novanta, Benenati diventa assessore comunale ad Alcamo, scelto dall’allora sindaco Dc Vito Turano, imprenditore, padre dell’attuale presidente della Provincia di Trapani e personaggio molto discusso, indagato per associazione mafiosa nell’ambito di operazioni antimafia come Abele e Cemento libero.5

Storie di cemento, di appalti pubblici e di collusioni con professionisti insospettabili. La posizione di Turano, tuttavia, viene archiviata nel novembre del 2009 per insufficienza di prove. Lo sponsor di Benenati non è nuovo a queste situazioni.

Stessa sorte, per esempio, aveva avuto anche nell’operazione Arca. Nel processo omonimo, era il gennaio del 2002, il collaboratore di giustizia Armando Palmeri, durante la deposizione, «aveva riferito di aver consegnato a Vito Turano somme di denaro destinate al boss alcamese Vincenzo Milazzo, assassi-nato poi nel 1993. Inoltre da Palmeri era stato anche accusato di aver trasformato in edificabili alcuni terreni agricoli, favorendo alcuni appartenenti alle cosche mafiose».

Insomma, Alcamo è una cittadina particolare. E come dimostra, tra le tante, la vicenda di Vito Turano, lo è innanzitutto nelle complicate dinamiche tra affari, mafia e politica. A dettare legge è la famiglia storica dei Melodia, attivissima soprattutto nel settore del cemento e degli appalti, oltre che solido punto di riferimento dei Lo Piccolo. Un territorio dove il rischio di contiguità «pericolose» è elevatissimo. Dove accade per esempio che Filippo Di Maria, braccio destro di un senatore del Pd, Nino Papania, sia indicato come autista, cassiere e uomo di fiducia del boss Nicolò Melodia, detto «il Macellaio».6 Anche 5

Rino Giacalone, Blitz antimafia nel trapanese, 21 indagati, «Liberainfor-mazione», 27 ottobre 2008.

6

Filippo Di Maria è stato arrestato nell’ambito dell’operazione Dioscuri (Gian Marco Chiocci, Lo stalliere di Alcamo factotum del senatore e braccio destro del boss, «il Giornale», 5 novembre 2009). Si veda anche Marco Travaglio, Lo stalliere del Pd, «Il Fatto Quotidiano», 10 novembre 2009.

Nord chiama Sud. La Compagnia delle opere in Sicilia 229

sotto questa lente va interpretata la rete delle relazioni politiche della zona di Alcamo.

In città, comunque, chi lo conosce dipinge Sebastiano Benenati come una persona pulita, «alla buona», che gode di grande stima tra la gente, ma che in un certo senso «si espone poco», evita i comizi e i discorsi pubblici, e quando può se ne sta rinta-nato nella propria cantina. Insomma, un personaggio che non fa scrusciu, rumore. Una persona di cui non si parla perché non c’è niente da dire.

Agli inizi degli anni Novanta, però, ad Alcamo c’è un circolo democristiano costellato di personaggi ambigui e molto influenti, tra cui appunto il sindaco Turano, in cui Benenati è inserito a pieno titolo. Tanto che alle elezioni successive, alla fine del 1993, nonostante la fama di «assenteista» al consiglio comunale,7 proprio da quell’ambiente



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