La mappa del destino by La mappa del destino

La mappa del destino by La mappa del destino

autore:La mappa del destino
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2010-12-15T05:00:00+00:00


20

Domenica sera

Il viaggio da Ruac era stato una catena ininterrotta di taxi, aerei, treni e altri taxi. Quando arrivarono in albergo, erano entrambi stanchissimi.

Tuttavia Sara accettò di fare una passeggiata nell'aria fresca della sera. Amavano entrambi Cambridge e, se capitava da quelle parti, Luc aveva l'abitudine di fermarsi a bere una pinta all'Anchor, un pub sul lungofiume. Anni prima, dopo una conferenza, l'archeologo inglese John Wymer lo aveva trascinato lì per bere un paio di pinte di Abbot Ale. I dettagli di quella serata erano avvolti nella nebbia, ma Luc si era ritrovato immerso nel fiume Cam fino alla vita, con Wymer piegato in due dalle risate a guardarlo. Ogni visita all'Anchor per bere una Abbot era un omaggio a quell'inglese eccentrico.

Era tardi e nel pub regnava la tipica atmosfera rilassata della domenica sera. Sedettero a un tavolo vicino alla finestra: anche se il fiume era avvolto nell'oscurità, loro si sentivano in qualche modo rassicurati sapendo che era là, da qualche parte. Brindarono tre volte col boccale da una pinta, in onore di Ruac, di Zvi e infine di Hugo.

«E adesso?» chiese Sara, esausta.

Era una domanda così generica che Luc non sapeva cosa rispondere. E adesso che ne sarà di te? Che ne sarà di Ruac? O che ne sarà di noi? «Non lo so. Secondo te?»

«Secondo me, sono state settimane folli.» Sara aveva bevuto la sua birra molto più velocemente di lui. «Io ho bisogno di un lungo bagno caldo e di qualche giorno di vacanza per leggere un bel romanzo. Tutto tranne che pensare a pollini e a pitture rupestri.»

«Non domani, però.»

«Non domani, d'accordo. Mi chiedo cos'abbia trovato Fred e perché sia stato così misterioso.»

«Ormai non mi sorprendo più di niente. E comunque lo sapremo presto.»

Dopo qualche istante di silenzio, Sara si decise a porgli la domanda che voleva davvero fargli. «Insomma, tu cosa farai dopodomani?»

«Le stesse cose di sempre, immagino. Tornerò a Bordeaux, al mio laboratorio, alle mie scartoffie. Abbiamo raccolto una quantità incredibile di dati. Adesso bisogna analizzarli.» Luc guardò fuori dalla finestra, cercando di scorgere il fiume. «Il ministero si aspetta un rapporto. Dobbiamo anche organizzare l'inaugurazione ufficiale della caverna, lo sai. Sono assediato dalle emittenti televisive francesi, inglesi e americane che vogliono i diritti esclusivi per girare i primi documentari. E poi c'è il manoscritto. Non è stato ancora tradotto integralmente. Devo chiamare la segretaria di Hugo e capire come mettermi in contatto col suo amico crittografo. Ho un milione di cose cui pensare.»

Anche lei si girò in direzione della finestra. Era meno imbarazzante guardarsi attraverso il riflesso sul vetro. «Dovremmo tenerci in contatto. Professionalmente. Mi capisci, vero?»

Qualcosa in quelle parole o nel modo in cui erano state pronunciate lo intristì. La porta si stava aprendo o chiudendo? La voleva, con tutto se stesso. Era incantevole. Ma l'aveva già avuta e l'aveva respinta con crudele freddezza. Perché adesso sarebbe stato diverso?



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