La meridiana by Unknown

La meridiana by Unknown

autore:Unknown
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2021-10-27T16:00:00+00:00


8

«“Avevo, come ho accennato prima”» lesse lentamente l’infermiera con la sua voce piatta «“un sacchetto di monete, sia d’oro che d’argento, per circa trentasei sterline. Ahi-mè! Quel sudicio, miserabile metallo giaceva là; non avevo alcun modo di impiegarlo, e spesso pensavo fra me che ne avrei dato volentieri una manciata per dodici dozzine di pipe, o per un mulino a mano con cui macinare l’orzo; anzi, l’avrei dato via tutto per mezzo scellino di semi di rapa e di carota provenienti dall’Inghilterra, o per una manciata di piselli e di fagioli, e una bottiglia d’inchiostro”».

Ogni giorno Julia, Arabella e Maryjane portavano in casa bracciate di rose grosse e opulente per le ciotole d’argento del salotto e della sala da pranzo. Il biancore della meridiana risaltava ancora di più sul verde intenso del prato; c’erano albicocche sul tavolo della colazione. Zia Fanny, con indosso i diamanti di sua madre, era sempre in ascolto, e una notte Mrs. Willow, destata da quello che credeva un ladro di argenteria, la trovò in cima allo scalone, in camicia da notte, assorta e immobile e sorridente. «Il momento si avvicina» disse, quando Mrs. Willow la svegliò.

Anche se Gloria era molto restia, Mrs. Willow non era una donna paziente, e detestava la vaghezza delle scadenze di zia Fanny; insistette perché Gloria guardasse di nuovo nello specchio. «Ci sei abituata» le spiegò. «Ormai sai farlo. Non vogliamo ricominciare ogni volta con una persona diversa. E poi, non lo farebbe nessun altro».

Gloria, riluttante, si sedette di nuovo davanti allo specchio dove l’olio si spandeva tremolante, e chinò il viso per guardare. «Stavolta spero di vedere qualcosa di più piacevole, ecco» disse. «Se vedo ancora cose terribili potete chie­dere a qualcun altro di guardare, e non mi interessa se dall’altra parte rimangono disorientati».

«Mi chiedo a quale altra sciocchezza ci staremmo dedicando, se non stessimo facendo questo» osservò Mrs. Halloran.

«Noi siamo gli dèi» disse Essex. «Seduti sulla veranda dell’Olimpo a osservare le attività degli uomini. Probabilmente è un bene che abbiamo qualche sciocchezza per tenerci occupati; pensate quanti danni potremmo fare se ci annoiassimo».

«Be’, non state tutti lì a guardarmi» disse Gloria. «Mi innervosite».

Mrs. Willow e zia Fanny indietreggiarono un po’, lanciandosi occhiate sospettose.

«Noi aspettiamo» disse tranquillamente Mrs. Willow. «Facci sapere quando vedi qualcosa».

«Detesto quando comincia a muoversi» disse Gloria, agitandosi a disagio sulla sedia. «È come avere il mal di mare... si rimescola tutto, e ti sembra di non poter resistere un minuto di più, perché stai affondando in questo orribile turbinio vorticoso e roteante... Vedo un paesaggio. È chiaro. Vedo un paesaggio, un bel paesaggio».

«Che paesaggio, cara?». Mrs. Willow stava prendendo appunti, su un quaderno che aveva appositamente comprato e dove aveva copiato le sue trascrizioni dei precedenti annunci di zia Fanny.

«Campagna. Alberi, ed erba, e fiori. Cielo azzurro. Graziosi uccellini».

«Persone?».

«Niente persone. Niente case. Niente steccati, né strade, né antenne televisive né cavi né cartelloni pubblicitari. Niente persone. C’è una collina alberata e... sembra un prato. Morbido». Esitò. «Non ci sono... interruzioni, è questo che sto cercando di dire.



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