La metamorfosi del mondo by Ulrich Beck

La metamorfosi del mondo by Ulrich Beck

autore:Ulrich Beck [Beck, Ulrich]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Tempi Nuovi
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2017-08-14T22:00:00+00:00


3. Il dilemma dello scienziato nucleare

Nel modello dell’industria nucleare, gli esperti cui spetta la definizione dei rischi creano il rischio nucleare e al tempo stesso lo valutano. La loro struttura di potere si basa sul potere dell’industria nucleare e sulla loro fitta rete di interdipendenze e cooperazione con la burocrazia statale. La principale conseguenza è che questi esperti, se ammettono la natura incontrollabile dei rischi per la popolazione coinvolta, o peggio ancora per l’umanità intera, contravvengono ai propri interessi vitali nonché agli interessi dell’industria e dello Stato.

Nel caso del dominio politico, con l’invenzione e la realizzazione della democrazia sono nate le norme della separazione dei poteri. Una delle caratteristiche principali del complesso di potere del nucleare è che non esiste alcuna separazione di poteri di definizione. In altri termini, il potere degli esperti nucleari è costituito come unità di potere «esecutivo» e «giudiziario» in merito ai rischi nucleari. Non esiste alcuna separazione istituzionale tra produzione e diagnosi dei rischi; anzi, qualsiasi dubbio in proposito viene immediatamente fugato appellandosi alla «razionalità scientifica» come elemento distintivo del giudizio degli esperti. In tal modo tutte le questioni vengono preventivamente concordate a livello istituzionale. Chi ha accesso alle risorse per la diagnosi dei rischi (cioè per la ricerca)? Ai temi di ricerca da studiare o ignorare? Ai finanziamenti per la ricerca e per la pubblicazione dei risultati? Chi può partecipare al dibattito? Chi comanda? Chi deve limitarsi a tacere? Nel caso dei rischi nucleari, tutte queste domande in ultima analisi non sono nemmeno tali, in quanto gli esperti che producono e diagnosticano il rischio hanno un monopolio globale di definizione – sia nei confronti degli Stati che dei sistemi giuridici nazionali.

Il potere di definizione dell’industria nucleare occidentale è organizzato su scala globale – come indicano Kuchinskaya e molti altri studi – e si fonda «sulla mancanza di un’adeguata assistenza internazionale a livello statale, su studi internazionali che lavorano tanto senza trovare mai nulla e su rapporti che ignorano le ricerche degli studiosi locali e addossano le colpe allo stile di vita delle popolazioni colpite o alla loro paura delle radiazioni» (2014, p. 160).

Quando si tiene conto di tutto ciò, vengono fuori fatti sorprendenti. Il «paese a rischio» particolarmente minacciato dalle conseguenze della catastrofe nucleare è organizzato come luogo e attore che cerca di spezzare il potere monopolistico degli esperti nucleari internazionali e delle loro organizzazioni. Nei comitati e convegni di esperti internazionali e nazionali la politica dell’invisibilità viene messa per la prima volta in discussione evidenziando fatti in precedenza taciuti: per esempio, il gran numero di medici che se ne sono andati da zone che pure sono state dichiarate non a rischio, o i motivi per cui si modificano continuamente le norme che fissano le soglie per richieste di risarcimento o i criteri d’individuazione delle fasce di popolazione da evacuare. Il fatto interessante è che sono proprio queste contraddizioni a far esplodere la protesta dei paesi a rischio contro le rassicuranti diagnosi di non pericolosità emesse dagli esperti internazionali. «Gli scienziati bielorussi hanno proposto



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