La mia Londra (Italian Edition) by Simonetta Agnello Hornby

La mia Londra (Italian Edition) by Simonetta Agnello Hornby

autore:Simonetta Agnello Hornby [Hornby, Simonetta Agnello]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2014-05-06T22:00:00+00:00


10

Il sesso

There is in the world no real delight (excepting those of sensuality), but exchange of ideas in conversation.

Al mondo non esiste diletto più grande (a eccezione di quello dei sensi) dello scambio delle idee.

SAMUEL JOHNSON

Mio padre era stato chiaro. Dovendo mandare all’estero la figlia diciassettenne (me) perché imparasse una lingua straniera, l’Inghilterra era di gran lunga preferibile alla Francia: gli uomini inglesi, a differenza dei francesi, erano poco interessati alle donne. Nessuno in famiglia aveva espresso un’opinione diversa. Secondo papà, quel presunto disinteresse era dovuto a una preferenza per il proprio sesso e non alla scelta della castità. Per me comunque andava bene: lasciavo Palermo per imparare l’inglese e conoscere un paese diverso, certo non per trovare l’innamorato.

Rimasi sorpresa dalla libertà sessuale delle ragazze inglesi che vedevo per strada e nei pub il venerdì e il sabato sera, e di quelle che conobbi. Un compagno di classe olandese mi portò a una festa organizzata dalla sua amica Lucy, allieva dell’Homerton College, una scuola per infermiere. Lucy, come lei stessa mi spiegò, era all’ultimo anno di tirocinio e lavorava nelle stesse corsie dove facevano tirocinio gli studenti di medicina dell’Università di Cambridge. Homerton era ambitissimo perché molte allieve infermiere trovavano marito proprio tra i futuri medici: le feste servivano anche a quello.

La common room era stata trasformata in sala da ballo; c’era musica, poco cibo e molto alcol: ogni ospite portava birra o vino. Le ragazze, truccatissime, in minigonna e camicetta scollata, erano provocanti. Ballavano da sole il twist – che non era ancora arrivato a Palermo, dove rimaneva in voga il lento, in coppia – e invogliavano i ragazzi a raggiungerle. In meno di un’ora, con l’aiuto dell’alcol, si scioglievano e passavano al dunque. Altro che gli sbaciucchi delle ragazze “leggere” con i loro innamorati, in balcone o in qualche angolo buio dei salotti palermitani! Lì si pomiciava e si andava oltre; alcune coppie si eclissavano, probabilmente nelle camere da letto, altre si comportavano come se fossero sole, nell’indifferenza generale. Imbarazzata, non vedevo l’ora di andare via. Il mio accompagnatore se ne accorse e mi propose di andare a mangiare un curry. Sulla festa non fece commenti.

Ne parlai con un’amica calabrese. «Stai attenta» mi disse «quando bevono, gli inglesi si comportano come animali in calore.»

«Anche i maschi?»

«Soprattutto i maschi. E con noi straniere in particolare.»

Ero sgomenta. «E che faccio quando qualcuno mi invita a prendere il tè da lui?»

«Accetta, e stai attenta. Da sobri non fanno avance a caso, le fanno solo se sono sicuri che saranno ben accette. Tieni la borsa sempre al braccio, in caso dovessi scappare, e non toglierti la giacca.»

Con il primo corteggiatore inglese, Michael, mi comportai esattamente così. E in effetti lui non provò mai a toccarmi con un dito. Forse era l’effetto deterrente della borsa.

Altri inglesi erano più diretti: «Stasera vuoi dormire con me?» mi chiese Tony all’improvviso mentre, seduti sul suo divano letto, guardavamo le fotografie di una chiesa di Hawksmoor di cui aveva parlato quella mattina in aula il professor Pevsner, l’insegnante di storia dell’arte.



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