La moglie del mercante di storie by Steve Robinson

autore:Steve Robinson [Steve Robinson]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2020-07-14T16:00:00+00:00

Capitolo 14

Al ritorno dal picnic Angelica apprese con stupore che il dottor Grosvenor era stato chiamato di nuovo a Priory House. Appena William e Alexander scesero dalla carrozza – Effie e Louisa erano rientrate nelle loro case – Missus Redmond li informò che Stanley era in preda al delirio.

«Una delle domestiche l’ha trovato privo di sensi in giardino», disse Missus Redmond, preoccupata. «Dio solo sa come ha fatto ad arrivare fin lì. Era troppo debole per alzarsi e aveva bisogno di aiuto per rimettersi a letto».

«Il dottore è ancora con lui?», chiese Angelica mentre entravano in casa.

«Sì, signora. È nella sua camera da mezz’ora».

«Nessuna notizia?»

«Non ancora».

Angelica salì le scale. William e Alexander fecero per seguirla, ma lei li fermò.

«Accompagnate Missus Redmond in soggiorno e datele un bicchierino di sherry», disse. «Aspettatemi lì finché non torno. Non possiamo entrare tutti nella camera di Stanley. Ha bisogno di riposo».

Angelica continuò a salire le scale, chiedendosi se il dottor Grosvenor avesse scoperto di cosa soffriva Stanley. Entrò nella camera del marito senza bussare e quello che vide la fece rimanere a bocca aperta.

«Cosa diavolo gli sta facendo?», chiese al dottore, con la rabbia che le montava dentro.

La coperta giaceva ai piedi del letto e Stanley era sdraiato sulla schiena, parzialmente nudo, mentre il dottor Grosvenor, un omino smilzo dai capelli bianchi, così vecchio da poter essere il nonno di Angelica, era chino su di lui con un vassoio metallico in una mano e un paio di pinzette nell’altra. Aveva rimboccato le maniche della camicia e su un avambraccio c’era una macchia di sangue.

«Sanguisughe?», chiese Angelica, come se non riuscisse a credere ai suoi occhi.

Si avvicinò e distolse lo sguardo con un’espressione disgustata. Almeno una quarantina di quelle viscide creature nere erano attaccate alla pelle di Stanley, e nel vassoio ce n’erano altrettante, che il dottore si stava apprestando a somministrargli quando Angelica era entrata nella stanza.

Il dottore la fissò con aria stupita. «Sì, sanguisughe. Cosa c’è di così strano?». Angelica aveva sentito dire che, benché questa terapia fosse ancora largamente usata per una grande varietà di affezioni, la sua efficacia era stata messa in discussione e, tranne per alcune malattie specifiche, nella maggior parte dei casi era più dannosa che utile.

«Le tolga subito», disse Angelica. «E poi se ne vada. Non vede che il mio povero marito sta perdendo di nuovo i sensi?»

«È l’unico modo per purificare il suo sangue!», rispose con veemenza Grosvenor.

Angelica sospirò. «I suoi metodi sono barbari e arcaici», disse posando una mano sulla fronte di Stanley. La sua pelle era bluastra e Angelica si aspettava che fosse fredda, ma si accorse che invece era bollente.

«Ha la febbre», disse Grosvenor. «L’unico modo per farla scendere è praticargli un salasso. Sono il medico di questa famiglia da quando è nato Stanley». Fece una pausa e poi aggiunse con una risatina denigratoria: «Penso di essere la persona più qualificata per decidere cosa è meglio per lui, non crede?».

Angelica si voltò verso il dottore con il viso contratto dalla rabbia. «No, signore, non lo credo», rispose scuotendo la testa.

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