La Montagna dell'Anima by Gao Xingjian

La Montagna dell'Anima by Gao Xingjian

autore:Gao Xingjian
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Narrativa
ISBN: 9788817025027
editore: BUR
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


QUARANTUNO

L'ultimo sciamano degli oltre cento villaggi Miao della regione è morto due anni prima del mio arrivo. Da decenni non celebrava più fastose cerimonie in onore degli avi.

Un giorno si rese conto che la sua ora non era lontana, sapeva che se era riuscito ad arrivare a un'età così avanzata era merito degli innumerevoli riti agli antenati officiati nella vita, grazie ai quali i dèmoni non avevano mai osato fargli del male. Adesso temeva di non riuscire più ad alzarsi dal letto e di non superare l'inverno.

Dato che ce la faceva ancora, alla vigilia del capodanno lunare portò in basso il tavolo e lo piazzò davanti alla porta di casa, un edificio su palafitte. Lungo il fiume non c'era un'anima, le porte delle case erano chiuse, la gente stava facendo il cenone. Ormai preparavano il cenone di capodanno alla stessa maniera in cui celebravano i riti per gli antenati: in modo sempre più frugale. Non c'era rimedio: di generazione in generazione gli uomini si rammollivano.

Mise sul tavolo una tazza di vino di riso, un piatto di tofu, un dolce di capodanno di riso glutinato e un piatto di frattaglie di bufalo offerto dai vicini. Sistemò una fascina di paglia sotto il tavolo e una pila di carbonella davanti. Era spossato e si fermò un attimo a riprendere fiato. Poi salì di nuovo le scale e tornò dentro a prendere un tizzone dalla stufa, si ac coccolò lentamente, si chinò, soffiò sul tizzone e il fumo fece lacrimare i vecchi occhi scavati. A forza di soffiare spuntarono le fiammelle, ma forti colpi di tosse gli tolsero il respiro e si calmarono solo con un sorso del vino di riso per gli antenati.

Sulle cime verdeggianti al di là del fiume si spegnevano gli ultimi bagliori del sole e sulla superficie dell'acqua cominciò a sibilare il vento serale. Sedette trafelato sull'alto sgabello davanti al tavolo, poggiò i piedi sulla paglia, alzò la testa e mentre contemplava sereno la scura catena di monti sentì raffreddarsi le lacrime e la goccia che pendeva dal naso.

In passato, quando celebrava i sacrifici agli antenati, era assistito da venti persone: due assistenti, due chierichetti, due intendenti, due addetti agli arredi sacri, due ai coltelli, due al vino, due alle vivande, due fanciulle-drago, due araldi e due addetti al trasporto del riso. Che bella parata! Ogni volta si sacrificavano dai tre ai nove bufali.

Come compenso, la famiglia che faceva celebrare il rito gli mandava per sette volte riso glutinato. La prima volta, settetini per andare sui monti a segare l'albero per i tamburi. La seconda, otto per trasportare i tamburi nella grotta. La terza, nove per portarli al villaggio. La quarta, dieci per tendere la pelle dei tamburi. La quinta, undici per ammazzare i bufali per il sacrifìcio. La sesta, dodici per le danze. La settima, tredici per i tamburi. Era tutto codificato.

Per il suo ultimo sacrificio la famiglia committente gli aveva inviato venticinque persone per occuparsi del riso, del vino e delle vivande. Uno spettacolo! Ma ormai quei bei tempi erano tramontati.



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