La nascita della società in rete by Manuel Castells

autore:Manuel Castells
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788883500695
editore: EGEA

IL PROCESSO DI LAVORO NEL PARADIGMA INFORMAZIONALE

La maturazione della rivoluzione della tecnologia dell’informazione negli anni Novanta ha trasformato il processo lavorativo, introducendo nuove forme di divisione sociale e tecnica del lavoro. Ci sono voluti tutti gli anni Ottanta per la completa penetrazione nel manifatturiero dei macchinari basati sulla microelettronica, ed è stato solo negli anni Novanta che i computer in rete si sono diffusi a tutte le attività di elaborazione informazioni al centro del cosiddetto settore dei servizi. A metà degli anni Novanta, il nuovo paradigma informazionale, associato all’emergere dell’impresa a rete, era ben insediato e pronto allo sviluppo45.

Esiste un’antica e onorabile tradizione nella ricerca sociologica e organizzativa sulla relazione tra tecnologia e lavoro46. Sappiamo, quindi, che la tecnologia non è di per sé la causa degli assetti organizzativi che si riscontrano nei luoghi di lavoro. Le decisioni gestionali, i sistemi di relazioni industriali, gli ambienti culturali e istituzionali, nonché le politiche dello stato rappresentano fattori determinanti per le pratiche di lavoro e l’organizzazione della produzione, al punto che l’impatto della tecnologia può essere capito solo guardando alla complessa interazione entro un sistema sociale che comprende tutti questi elementi. Inoltre, il processo di ristrutturazione capitalista ha influito in modo decisivo sulle forme e sugli esiti dell’introduzione delle tecnologie dell’informazione nel processo lavorativo47. I mezzi e i modi della ristrutturazione si sono differenziati a seconda delle capacità tecnologiche, delle culture politiche e delle tradizioni lavorative dei vari paesi. Pertanto, il nuovo paradigma informazionale del lavoro e dell’occupazione non è un modello ben delineato, ma un patchwork ordito dall’interazione storica tra innovazione tecnologica, politica delle relazioni industriali e azione sociale di conflitto. Per trovare forme di regolarità dietro a questo panorama confuso, dobbiamo avere la pazienza di decostruire in astratto i livelli successivi della causazione sociale, per poi farne uso per ricostruire il modello emergente del lavoro, dell’occupazione e dell’organizzazione del lavoro che caratterizza la nuova società informazionale.

Si inizi dalla tecnologia dell’informazione. La meccanizzazione prima, l’automazione poi, da decenni trasformano il lavoro dell’uomo, scatenando sempre gli stessi dibattiti sulla distruzione di posti di lavoro, su dequalificazione contro riqualificazione, produttività contro alienazione, controllo manageriale contro autonomia del lavoro48. Ripercorrendo la filiera francese di analisi degli ultimi cinquant’anni, troviamo George Friedmann, che criticò le travail en miettes (il lavoro in briciole) degli stabilimenti tayloristi; Pierre Naville, che denunciò l’alienazione dei lavoratori a causa della meccanizzazione; Alain Touraine che, sulla base del suo pionieristico studio sociologico della fine degli anni Quaranta sulla trasformazione tecnologica in corso presso le fabbriche Renault, propose la tipologia tripartita dei processi di lavoro distinguendoli tra A/B/C (specializzato, di linea, innovativo); Serge Mallet, che annunciò la nascita di una «nuova classe operaia» incentrata sulla capacità di gestione e funzionamento della tecnologia avanzata; infine, Benjamin Coriat, che ha analizzato l’emergere del modello postfordista nel processo di lavoro sulla base del collegamento tra flessibilità e integrazione nel nuovo insieme di relazioni tra produzione e consumo. Alla fine di questo itinerario intellettuale, per molti aspetti impressionante, emerge un’idea fondamentale: l’automazione, che acquisisce il suo

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