La Pazza di Maigret by Georges Simenon

La Pazza di Maigret by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: poliziesco
editore: Adelphi - gli Adelphi (Le inchieste di Maigret)
pubblicato: 2011-10-31T23:00:00+00:00


«Non sempre. Qualche volta ci sono gli errori giudiziari. Stavo uscendo…»

«Che giorno?»

«Non mi ricordo. La settimana scorsa. Andavo a prendere mia figlia a scuola.»

Una bambina di dodici anni stava facendo i compiti nella stanza accanto.

«Erano quasi le quattro?»

«O forse mezzogiorno. Sto cercando di ricordare. Era piuttosto verso le quattro, perché avevo la borsa della spesa ed è l’ora in cui faccio acquisti per la cena. A mezzogiorno mio marito non torna a casa e mia figlia e io mangiamo poco.

«Stavo scendendo le scale senza guardare troppo in avanti, quando qualcuno mi ha urtata. Saliva molto in fretta. Mi ha fatto quasi cadere. Me lo ricordo per questo.

«Si è voltato e mi ha chiesto se mi ero fatta male. Ho risposto di no, che non era nulla.»

«Non sa a che piano è andato?»

«No. Avevo fretta. A mia figlia non piace aspettare davanti alla scuola e, col traffico che c’è, non oso lasciarla rincasare da sola.»

Maigret sospirò. Una piccola speranza, finalmente!

Poco dopo, aprì la porta della camera mortuaria e guardò fissamente i lineamenti delicati della vecchietta che avevano creduto pazza.

Le tende erano state tirate per tre quarti e la camera era immersa nella penombra, a parte una macchia di sole che lampeggiava vibrando.

Due ceri accesi, ai due lati del letto, finivano col dare un aspetto insolito alla stanza.

Angèle Louette era lì, immobile, silenziosa, in una poltrona, e per un momento Maigret credette che dormisse. Guardandola con più attenzione notò che lo stava fissando con i suoi occhi scuri.

Stette un momento in raccoglimento dinanzi alla morta, passò nel salone dove ritrovò con sollievo la luce del giorno. Angèle lo seguì.

Aveva i lineamenti più duri che mai.

«Cos’è venuto a fare?»

«A dare l’ultimo saluto a sua zia.»

«Confessi che è l’ultimo dei suoi pensieri. È la stessa cosa anche per gli inquilini.

Fra tutti, solo due sono entrati Ha riveduto quel teppista di Marcel?»

«È partito per Tolone in macchina.»

Notò che questa notizia la colpiva.

«Che sollievo! Ho faticato molto per metterlo alla porta. Lo sa che sono stata costretta a dargli cinquecento franchi per mandarlo via?»

«Può sporgere denuncia per estorsione.»

«Forse è quello che farò. In ogni caso, se prova a tornare…»

«Lo sa che è venuto qui la settimana scorsa?»

Trasalì violentemente e aggrottò le sopracciglia.

«Sa in che giorno?»

«No.»

«A che ora?»

«Verso le quattro.»

«E lui che gliene ha parlato?»

«No.»

«E l’ha interrogato su questa visita?»

«Stamattina non ne ero ancora al corrente. Come faceva a conoscere l’indirizzo di sua zia?»

«Un giorno, circa un mese fa, attraversavamo insieme il Pont-Neuf.

Macchinalmente gli ho indicato da lontano le finestre dell’appartamento e gli ho detto: “Ho una vecchia zia che abita lì”.»

«Credo che abbia aggiunto che un giorno le avrebbe lasciato un bel gruzzolo.»

«So che non c’è da fidarsi. Gli ho detto soltanto che aveva avuto due mariti e che aveva di che vivere comodamente. Dov’è?»

«In questo momento, se non ha cambiato idea, sta andando a Tolone. »

«Mi parlava sempre di Tolone e degli amici che aveva lì.»

«Sa da quale famiglia provenga?»

Non le ha mai parlato della sua giovinezza?»

«Nemmeno. So soltanto che ha ancora la madre, che vive in una cittadina nel centro della Francia.



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