La profezia del Re by La profezia del Re

La profezia del Re by La profezia del Re

autore:La profezia del Re [Re, La profezia del]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2011-05-08T22:00:00+00:00


Una tenuta semplice, con numerose scuderie e costruzioni secondarie s’innalzava nel cielo della sera, mentre le fiaccole illuminavano l’ampia strada che conduceva al cancello. Gli edifici formavano un rettangolo chiuso con robuste mura, a mo’ di piccola fortezza, evitando che una banda di furfanti potesse mettere gli occhi sul bestiame. Alcuni uomini, all’avvicinarsi del gruppo, aprirono il cancello lasciando entrare il loro signore insieme con gli altri ospiti.

La carrozza avanzò nel grande cortile interno, fermandosi davanti all’edificio principale. Miklanowo scese per primo e aiutò il governatore: un atto simbolico di accoglienza. «Vi do con tutto il cuore il benvenuto sulle mie terre, eccellenza.» Il brojak fece un inchino. «La mia casa e la mia corte sono a vostra disposizione.»

Le servitrici portarono sale, pane e vino ai nuovi arrivati. Con un cenno, Waljakov segnalò ai soldati che potevano scendere da cavallo, prima di fare lo stesso smontando dalla groppa di Treskor.

«Vi sono grato per la calorosa accoglienza, benché la cosa non mi sorprenda», replicò Lodrik, servendosi. «Vi conosco troppo bene.»

«Venite, vi porto a fare un giro. Poi sarà servita la cena.» Miklanowo si diresse verso le scuderie alla sua sinistra. «I festeggiamenti si terranno domani. Sarà qui anche la mia Norina.»

«Ah, lei non c’è?» Subito Lodrik si accorse di avere rivelato troppo apertamente il proprio interesse, e tentò di rimediare. «Voglio dire, la sua compagnia è così piacevole.»

«Siete la prima persona cui sento dire queste cose. Praticamente tutti sostengono che ha la lingua troppo tagliente. Non è proprio capace di tenere la bocca chiusa», disse il brojak, ridendo e passandosi la mano sulla barba.

«Lo so», mormorò Lodrik, risistemandosi il pettorale dell’armatura. Prima o poi sarebbe uscito da quella maledetta camicia di ferro per fare un bagno, si disse. Si sentiva lercio, e l’odore del sudore era davvero spiacevole.

Miklanowo, tutto orgoglioso, lo trascinò per i tanti edifici, a cominciare dalle scuderie e dalle stanze della servitù, passando alla lavanderia per arrivare al granaio. Dopo una serie davvero interminabile di scale, gradini, stanze e corridoi, il brojak si ritenne soddisfatto e, insieme con l’ospite, tornò all’edificio principale.

«Vi prego di evitarmi altre visite guidate. Domani sarò felice di vedere tutto quanto, se volete anche l’intera tenuta, ma ora ho soltanto sete e una fame da lupo. Se adesso i bambini del villaggio volessero regalarmi qualcosa da mangiare, glielo strapperei letteralmente dalle mani.»

«Ho commesso davvero una leggerezza, eccellenza.» Miklanowo indicò la pesante porta di legno, dalle cui fessure fuoriuscivano profumi molto appetitosi.

«Oh, sento profumo di prosciutto!» Il governatore si precipitò alla porta, fermandosi alla vista del tavolo. «Ci sono solo pane, formaggio e prosciutto? Ero convinto che foste un grande proprietario terriero. Non fraintendetemi, senz’altro sarà tutto squisito, ma dopo un viaggio così lungo sarei stato felicissimo di trovare un arrosto. Del resto, me lo sono ampiamente meritato.» Dalla voce traspariva la delusione.

«Perdonatemi, eccellenza, ma dobbiamo prima riempire la dispensa. Sono davvero desolato. Uno stufato caldo di patate, verdure e carne placherà la vostra fame. Norina è in arrivo con le scorte.»

«E se inviassimo alla



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