La Russia di Putin by Anna Politkovskaja

La Russia di Putin by Anna Politkovskaja

autore:Anna Politkovskaja [Politkovskaja, Anna]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
pubblicato: 2012-04-26T12:24:33+00:00


Le due parti si scontrarono, la videocamera venne distrutta, gli ecologisti malmenati. E si trattava di persone anziane, ricordatelo…

“Noi non vogliamo la guerra. Ma non abbiamo altra scelta” mi spiega Nikolaj Abramov. “Il parco era l’unico posto rimasto per andare a passeggiare. Era frequentato da persone anziane e mamme con le carrozzine. Al suo interno ci sono un asilo e una scuola con trecento bambini.

Tutto il resto, ormai, è destinato a ville per i nuovi ricchi”.

Quegli ecologisti d’età veneranda capiscono di avere come controparte gente piena di soldi, una quantità di soldi che loro nemmeno riescono a immaginarsi. Ne hanno sentito parlare da Aleksandr Zacharov, capo dell’amministrazione locale. Che lo ha detto apertamente, a un’assemblea: ci sono troppi soldi in ballo perch‚ facciano marcia indietro. Così ha scritto Igor’

Kulikov, portavoce del Movimento ecologista della regione di Mosca, al procuratore Michail Avdjukov: “Il portavoce dell’amministrazione locale ha dichiarato pubblicamente ai membri del gruppo ecologista riuniti in assemblea di aver trasmesso i loro nomi e indirizzi alla mafia, che saprà cosa farne se le proteste non cesseranno”.

Aleksandr Zacharov è senza dubbio un personaggio chiave in questa brutta storia. Se avesse voluto, nessuno avrebbe potuto tirare su villette nel parco Berg. Ma in calce ai documenti che autorizzano l’abbattimento degli alberi di Pervomajskoe - contro la legge e contro le decisioni dell’assemblea locale - c’è la sua firma.

Il meccanismo è arcinoto. Il primo passo è presentare a Mosca la richiesta di “passaggio di categoria” del bosco, affinch‚ da foresta di categoria uno diventi zona non boschiva. Dopo qualche tempo l’ordinanza viene sottoposta al primo ministro che la firma. L’effettivo abbattimento degli alberi viene poi autorizzato - in adempimento all’ordinanza ministeriale - dai rappresentanti del Corpo forestale e dalle autorità locali. Da Zacharov, dunque.

Non sono le leggi russe che non vanno. Quel che non va è la gente: non vuole rispettarle.

Il parco Berg ha smesso di esistere dopo quasi un secolo di vita. Il piccolo gruppo di ecologisti locali non ha ottenuto nulla. L’unica cosa che resta loro sono i girotondi attorno ai ceppi recisi.

“NORD-OST”. STORIA DI UN MASSACRO.

8 febbraio 2003. Mosca. Via Dubrovskaja 1, quella che ormai tutto il mondo conosce come “la Dubrovka”. Nel teatro che tre mesi fa è stato su tutti i giornali e le televisioni del mondo c’è aria di festa. Smoking, abiti da sera, il “beau monde” politico è stato chiamato a raccolta, e ministri, deputati, leader delle diverse fazioni e dei diversi partiti del Parlamento si scambiano baci, abbracci, gemiti e sospiri. C’è anche un sontuoso buffet…

Si festeggia la vittoria sul “terrorismo internazionale”. Perch‚ la rinascita del musical “Nord-Ost”

dalle ceneri del terrorismo non è altro che questo, come ci garantiscono i politici pro-Putin.

Quella dell‘8 febbraio è la prima rappresentazione da che, il 23 ottobre del 2002, durante lo spettacolo, l’edificio, privo della pur minima sorveglianza, era stato occupato per cinquantasette ore, con attori e pubblico ostaggio di qualche decina di terroristi giunti dalla Cecenia per indurre il presidente Putin a fermare la guerra e a ritirare le truppe.



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