La sarta di Chanel by Kristy Cambron

La sarta di Chanel by Kristy Cambron

autore:Kristy Cambron [Kristy Cambron]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2021-07-14T22:00:00+00:00


Capitolo 15

22 settembre 1941

15 place Vendôme

Parigi, Francia

La suite di Amélie era un bazar di giarrettiere, rossetti e signore con acconciature alla moda che per specchiarsi approfittavano di ogni centimetro libero dello specchio del bagno. Un’ultima sistemata prima di un grande evento all’opera quella sera significava passare ore all’Hôtel Ritz con uno stuolo di signore agghindate, e Lila la loro unica sarta.

«Da questa parte, cara Lila. Sono pronta».

Amélie lasciò cadere il suo abito da giorno lilla restando in reggiseno di raso e corsetto, ne uscì con un passo e lo abbandonò sul pavimento della sua stanza piena di specchi. Lila lasciò Margot, che ne approfittò per stendersi sulle labbra un altro strato di rossetto, e andò a vestire la loro regina.

«Bien. Allora… vediamo a che punto siamo». Lila tenne l’abito da opera, aiutandola a entrare, e poi scosse la seta avorio sui fianchi per vedere come cadeva sulla profonda V con merletti e bottoni rivestiti di seta lungo la schiena.

Magnifique, anche le spalle. Drappeggio perfetto. Linee pulite lungo i fianchi.

Non volendo tirare troppo forte e rischiare uno strappo, Lila avvicinò l’abbottonatura sul retro, incontrando maggiore resistenza a mano a mano che saliva allacciando i bottoni, ma… non si chiudeva.

Impossibile. C’è qualcosa che non va.

«Ho preso queste misure tre volte», pensò Lila ad alta voce, tirando e lisciando la seta che si rifiutava di collaborare.

«Be’, posso anche dirlo. Non mi sta». Il sorriso dipinto di Amélie sfumò in una linea mentre abbassava la voce. Lanciò un’occhiata alle signore che svolazzavano più in là, controllando che fossero ancora perse nei loro pensieri.

«Non capisco dove posso aver sbagliato». Lila si arrese, strofinandosi un palmo sulla fronte mentre cercava di capire cosa fare. «Non si abbottonerà. Questo è certo».

«Non. Non lo farà. Quindi dovrai riaprire la parte posteriore e risolvere meglio che puoi».

«Non entro stasera. Amélie, non abbiamo tempo. Non per rifare tutto. I bottoni e tutti i dettagli di pizzo che volevi tanto… ci sono volute settimane per finirlo. Non è possibile che sia pronto per le sei».

«Mi dispiace di averti messo in questa posizione. È terribile, ma non si poteva evitare». Amélie oscillò appena, guardando il suo riflesso nello specchio e appoggiandosi una mano sulla pancia.

Lontana chilometri dal ritratto di una beata futura madre, Amélie si guardò indietro con la mano congelata sul ventre, e incontrò lo sguardo di Lila. Diede una leggera alzata di spalle, un gesto che non si accordava col peso dei suoi occhi pieni di lacrime. «C’est la vie».

Lila posò una mano sul polso di Amélie, dando ai suoi polpastrelli una leggera stretta di sostegno, cercando di non farsi notare dalle altre. «Sei sicura?», sussurrò, inorridita quando Amélie rispose con un brusco cenno del capo.

«Pensavo fossero tutti quei cocktail che girano alle feste. Sai, quello nuovo, il preferito di Chanel, il Sidecar? Un intruglio giallo disgustoso, secondo me. Preferisco le bollicine. Ma ultimamente non c’è niente che riesca a farmi trattenere il cibo, nonostante l’alta cucina che abbiamo da Maxim’s. Se vedo arrivare un altro di quei bicchieri giallo canarino, temo che tutti scopriranno il mio segreto prima che io sia pronta a condividerlo».



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