La schiava dei Tudor by Isabella Izzo

La schiava dei Tudor by Isabella Izzo

autore:Isabella Izzo [Izzo, Isabella]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Libromania
pubblicato: 2013-07-14T22:00:00+00:00


Primavera 1523. Palazzo vescovile.

– 18 –

Frate Dannis guardò fuori dalla grande finestra. Finalmente aveva smesso di piovere e il sole incerto del mattino iniziava a fare capolino dalle nuvole grigie che si allontanavano veloci.

“Adesso potete entrare.” Il valletto Filip lo accompagnò fino davanti la porta della camera del vescovo, poi sparì nuovamente giù per una stretta scalinata di marmo. Il frate tirò un profondo respiro, si sistemò bene il lungo saio scuro, e si preparò a entrare e a mostrarsi alla presenza del vescovo.

“Fratello! Ti stavo aspettando.”

“Vostra grazia.” Lo salutò il monaco con un inchino.

“Prego, siediti.” Il frate prese posto di fronte all’uomo sulla piccola sedia all’altro lato dello scrittoio. Il vescovo lo squadrò con il suo solito modo strano e intenso. Frate Dannis conosceva ormai bene quello sguardo. “Caro Dannis... ti ho fatto venire fin qui per darti questa.” L’uomo gli porse una lettera chiusa con il suo sigillo.

“Di cosa si tratta?” chiese il frate allungando una mano per prenderla, ma il vescovo la ritirò prontamente.

“È la mia dichiarazione di assenso per indire una riunione al monastero di Whitby per discutere della necessità di eleggere un nuovo priore.”

“Allora vi sono grato eccellenza.”

“Come vedi non perdo tempo e mantengo le promesse. Entrambi vogliamo far fuori Simeon e ora abbiamo un’opportunità per raggiungere il nostro scopo. Io ho fatto la mia parte Dannis... adesso tocca a te.”

“Eduard io...”

“Lo so, non preoccuparti, intendevo dire per ora. La nostra collaborazione sarà ancora lunga. Non sei contento?”

“Io...”

“Hai bisogno di questa lettera per indire una riunione Dannis... non scordarlo.”

“Certo.”

“Molto bene; adesso da bravo, vieni qui.” Il frate si alzò controvoglia e si fermò davanti al vescovo. Ciò che stava per fare era indescrivibilmente disgustoso e umiliante, ma non era la prima volta che lo faceva. Quel giovane frate si era mostrato pronto a tutto pur di raggiungere i suoi scopi, e l’altro, un uomo perverso, un falso religioso, ne stava approfittando per appagare le sue scandalose fantasie. Il vescovo allontanò la sedia dallo scrittoio, allargò le gambe e si alzò la lunga tunica portandosela sul grembo. Frate Dannis osservò il membro già desideroso e con disgusto s’inginocchiò e lo prese tra le mani. Il vescovo emise un gemito, poi esortò l’altro con un cenno del capo e il frate chiuse gli occhi e si avvicinò con la bocca. Il vescovo gemette ancora e dopo pochi secondi allontanò il frate con una spinta facendolo cadere a terra.

“Sul letto! muoviti!” gli disse. Il frate obbedì sistemandosi nella solita posizione a quattro zampe e il vescovo si avvicinò a lui da dietro e lo penetrò. Frate Dannis trattenne un urlo di dolore poi si rilassò e attese che tutto fosse finito. Dopo pochi secondi il vescovo cadde riverso sul grande letto ancora seminudo e ansimante, mentre il frate si affrettò a scendere e a ricomporsi. Poi senza perdere tempo prese la lettera dallo scrittoio, fece un inchino e si avviò verso la porta.

“A presto Dannis... non dimenticare di informarmi dei risvolti a Whitby... ci tengo, lo sai.



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