La scienza non ha bisogno di Dio by Edoardo Boncinelli

La scienza non ha bisogno di Dio by Edoardo Boncinelli

autore:Edoardo Boncinelli [Boncinelli, Edoardo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: EPUB9788858641293-78792
editore: bur
pubblicato: 2013-12-13T23:00:00+00:00


In un certo senso è ancora più stabile di un cristallo ordinario, senza però essere bloccato nella sua struttura chimica. Il fatto che venga revisionato e sostituito in continuazione non ha nessuna analogia con il comportamento di un cristallo e ne garantisce la vitalità.

È una specie di miracolo e la sua scoperta ha aperto la strada alla chimica industriale dei polimeri artificiali, i quali forse hanno ancora qualcosa da imparare dal DNA e dai suoi simili.

Dal DNA alle proteine

Abbiamo chiarito come il DNA con la sua semplice struttura si può mantenere identico a se stesso e replicare, ma il suo compito non può limitarsi a questo. Deve anche espletare il proprio ruolo specifico, che non può rimanere potenziale nemmeno per un istante.

Il DNA entra in ballo ogni volta che deve costruire un prodotto, cioè una proteina o, per meglio dire, la sua proteina. Il DNA è molto lungo – nel caso dell’uomo, tre miliardi di nucleotidi –, anche se nella cellula non si trova tutto intero, ma è frammentato in un certo numero di pezzi, che noi chiamiamo «cromosomi». Per esempio, nella specie umana ci sono ventitré tipi di cromosomi diversi, ma questo è un particolare abbastanza irrilevante che cambia tra l’altro da specie a specie.

In realtà è come se il DNA fosse un gigantesco doppio filamento di tre miliardi di nucleotidi per filamento. La regione che corrisponde al gene che costruisce per esempio la beta-globina del sangue, lo fa dove e quando serve, cioè solo nei precursori dei globuli rossi. In queste cellule la doppia elica del DNA si apre in modo da effettuare una copiatura parziale della regione che corrisponde a quel particolare gene. La copia non viene effettuata, in questo caso, su altro DNA, altrimenti si tratterebbe di replicazione, ma su un altro polimero della famiglia degli acidi nucleici, che si chiama RNA. Tali dettagli chiariscono poco dal punto di vista concettuale, ma occorre essere precisi. Ogni volta che sul gene della beta-globina si deve costruire qualche molecola di questa proteina, se ne fa prima una copia lineare sul singolo filamento di RNA, che è molto più fragile del DNA, ma è anche più leggero e duttile e assai meno prezioso. Il DNA resta sempre chiuso nel nucleo, ma quando ha creato la copia di RNA, quell’RNA se ne può andare, mentre il DNA si richiude e continua il suo sonno. La copia di RNA, che prende in genere il nome di RNA messaggero – perché porta il messaggio genetico, appunto –, esce dal nucleo e si dirige nel citoplasma della cellula dove fungerà da stampo per la costruzione della proteina. Ciò è possibile perché l’RNA messaggero è proprio una copia conforme, senza aggiunte e senza mancanze, della corrispondente sequenza di DNA.

Sull’RNA messaggero si può costruire finalmente la catena aminoacidica della proteina; ciò avviene appoggiandosi a piccolissimi organelli specifici, che si chiamano «ribosomi», che permettono la realizzazione dell’evento più importante della vita della cellula, cioè la sintesi proteica.

Abbiamo già accennato al meccanismo grazie al quale si passa



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