La serie infernale by Agatha Christie

La serie infernale by Agatha Christie

autore:Agatha Christie [Christie, Agatha]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
pubblicato: 2011-12-15T07:30:46+00:00


19

Dopo aver salutato gli ospiti, Poirot tornò alla sua poltrona con un sospiro.

«Peccato che sia così intelligente» disse.

«Chi? «domandai.

«Margaret Barnard. L’hai sentita? “Parole, nient’altro che parole”. Ha capito subito che quanto dicevo non significava nulla. Gli altri, invece, mi ascoltavano a bocca aperta.»

«Anche a me sembrava che tu dicessi cose sensate.»

«Oh, sensatissime; e proprio questo Margaret ha afferrato subito.»

«Allora qualcosa c’era in quello che dicevi.»

«Sì, ma avrei potuto dirlo in due parole, senza tante circonlocuzioni. E

Margaret se n’è accorta subito.»

«E allora vuoi spiegarmi perché hai chiacchierato tanto?»

«Per dar loro l’impressione che ci fosse davvero molto da fare e per in-durli a parlare.»

«Dimmi la verità, Poirot: hai fiducia che questa “brigata” porti a qualche risultato?»

«Tutto è possibile.» Poirot ridacchiò sotto i baffi e concluse: «In piena tragedia, ora comincia la commedia».

«Non capisco.»

«Parlo della commedia umana. Rifletti, Hastings: abbiamo qui un grup-po di persone, appartenenti a diverse classi sociali, riunite da una comune tragedia. Ecco che, automaticamente, s’inizia un secondo dramma, assolutamente a sé. Ricordi il mio primo lavoro in Inghilterra? Sono passati tanti anni. Riuscii a unire due che si amavano, facendo arrestare uno dei due sotto l’accusa di assassinio. Senza il mio intervento è probabile che non si sarebbero mai capiti. Vedi? Anche la morte può essere fonte di vita, mio caro. Un delitto, l’ho notato più volte, è spesso causa di lieti avvenimenti.»

«Hai una fantasia!» esclamai, un po’ scandalizzato. «Ma chi vuoi che pensi all’amore in simili circostanze?»

«Anche tu, per esempio» ribatté Poirot e io sussultai. «Poco fa, quando quelle persone se ne sono andate, tu canticchiavi.»

«E allora? Non si può canticchiare, così, sopra pensiero?»

«Certo. Ma la tua canzoncina mi ha rivelato molte cose.»

«Sciocchezze.»

«Saranno sciocchezze, ma talvolta una canzone rivela uno stato d’animo e tu cantavi: La biondina in gondoleta… » accennò Poirot in uno stonatis-simo falsetto. «Non è vero, forse? T’è rimasta impressa “la biondina”. Ne-galo, se puoi. E sognavi una bella notte veneziana, con l’immancabile chiaro di luna e la bionda ondina al tuo fianco. Ma hai un rivale, lo sai?»

«Poirot, mi secchi!» gridai arrossendo, e non soltanto per la stizza.

«Hai notato il contegno di Frank Clarke?» continuò Poirot impertur-babile. «Hai visto come faceva la ruota con la Barnard? E hai notato come ciò dava ai nervi alla tua ‘biondina”? Quanto a Fraser, poi…»

«Smettila, Poirot. Col tuo stupido romanticismo, vedi innamorati dap-pertutto.»

«Romantico io? Tu, piuttosto, che vai in solluchero per i begli occhi dell’ondina.»

Non potei replicare, perché la porta del salotto si aprì e, con mio grande stupore, la figura slanciata di Thora s’inquadrò sulla soglia.

«Perdonatemi se mi sono permessa di tornare» disse. «Dovrei parlare al signor Poirot… No, capitano, potete rimanere, non è cosa che debba rimanere segreta.»

«Prego signorina, accomodatevi» disse il mio amico.

Accompagnai Thora a una poltrona e le rimasi vicino.

«Ecco» riprese la ragazza. «Il signor Clarke, con molto tatto e delica-tezza, vi ha lasciato credere che io abbia abbandonato la sua casa spontaneamente. Gli sono molto grata, per questo, ma ritengo che sia meglio dire la verità. Io ero dispostissima a rimanere in casa Clarke, ma la signora ha creduto opportuno licenziarmi.



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