La setta dei condor by Paul Dorval

La setta dei condor by Paul Dorval

autore:Paul Dorval
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2016-12-06T18:34:19.916000+00:00


7

Koffy, Frizzy e Trudy vennero svegliati di soprassalto. Mani energiche li scrollarono per le spalle finché essi non si mossero dalla posizione prona in cui si trovavano.

− Avanti, alzatevi − si sentirono ripetere.

Ancora intorpiditi e stropicciandosi gli occhi, i tre ragazzi si sedettero sul letto, ma non appena sollevarono lo sguardo e videro chi stava dinanzi a loro fu come se una folgore avesse raggiunto i loro corpi all’improvviso. In piedi, a un metro di distanza, forse anche meno, c’era l’uomo che avevano visto dall’interno della casupola, in compagnia di un altro uomo e successivamente da essi pedinato.

− Seguitemi − disse lui. Aveva un’espressione impenetrabile e il tono della sua voce era deciso.

− Dove ci porta? − chiese Frizzy.

Lui non rispose e, prima di uscire dalla stanza, girò l’interruttore della luce, spegnendola. Fuori, era già scesa la notte, e il vento fischiava tra gli alberi.

− Seguitemi − disse di nuovo.

Un po’ agitati per l’ansia, Koffy, Frizzy e Trudy gli andavano dietro tormentati da pensieri assillanti. Avevano forse scoperto il loro travestimento? E se Charles fosse stato smascherato e indotto a cantare? Oppure era il capo che li voleva vedere? E se Ronnie li avesse traditi sul serio?

Questa sorta di autotortura, comunque, non durò a lungo. Cessò allorquando varcarono la soglia della sala da pranzo, dove vennero condotti.

− Accomodatevi − l’invitò l’uomo. − Tra poco, vi verrà servita la cena. Vado in cucina ad avvertire che siete giunti, intanto.

Con sommo stupore, i tre ragazzi dovettero constatare di essere gli unici commensali. Tutti gli altri posti attorno al tavolo erano infatti vuoti, comprese le sedie delle sorveglianti.

Dove erano finiti?

− Qui gatta ci cova − mormorò Trudy.

− Ho idea anch’io... − disse Koffy.

− Io credo di sapere perché siamo qua soli − osservò Frizzy.

− Vale a dire? − chiese Koffy.

− Siccome siamo gli ultimi arrivati e ancora non siamo pronti per le uscite notturne − spiegò Frizzy − certamente non ci avranno voluto far assistere al mutamento che avviene in ogni ragazzo, a causa della droga, dopo aver mangiato.

− Forse è così come dici tu − affermò Koffy. − Forse... e se invece vogliono controllare su di noi la reazione della droga?

− Per i calli di Giove! − esclamò Frizzy. − È vero, non ci aveva pensato...

− Io mi rifiuto di mangiare − fece Trudy.

− Non possiamo rifiutarci − notò Koffy. − Si insospettirebbero, è normale. Non può essere che tutt’e tre contemporaneamente non abbiamo fame. Per giunta, tre giovani, quando si sa che un giovane di solito è affamato e mangerebbe anche le gambe del tavolo se...

− E allora? − l’interruppe Trudy.

− Due di noi, almeno, devono mangiare − propose Koffy. − L’altro si astiene, o fa finta di mangiare. Sarà lui, nel caso che il cibo fosse drogato, a salvare gli altri. Non abbiamo altra scelta.

− Questa è però una tua supposizione − soggiunse Frizzy. − Io spero sempre che il cibo non sia drogato, anche perché ho i crampi allo stomaco per la fame!

− Zitti − ingiunse Trudy. − Quell’uomo sta tornando.



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