La Signora di Avalon by Marion Zimmer Bradley

La Signora di Avalon by Marion Zimmer Bradley

autore:Marion Zimmer Bradley
La lingua: ita
Format: mobi, azw3, epub
Tags: Fantasy, Sagas, Fiction
ISBN: 9788878185210
editore: TEA
pubblicato: 1997-08-15T10:36:41+00:00


Carausio si raddrizzò, smettendo di esaminare la mappa della linea costiera, e sussultò quando i muscoli della schiena dolsero in segno di protesta, chiedendosi per quanto tempo fosse rimasto chino in quella posizione. La mappa era fatta di cuoio, in modo da essere facile da arrotolare e da trasportare o da poter essere inchiodata a un'asse, e su di essa pezzi di legno rappresentanti navi e provviste erano disposti vicino ai disegni di fortezze e città, facili da contare e da spostare. Se soltanto fosse stato altrettanto facile spostare navi e uomini nella realtà, dove invece i capricci del clima e del cuore umano potevano gettare nello scompiglio anche i piani più razionali!

La fortezza era immersa nella quiete tipica delle ore fra mezzanotte e l'alba, quando tutti dormivano tranne le guardie sulle mura... e naturalmente lui stesso e Allecto, che in quel momento spostò altri tre «sacchi di grano» di legno dal disegno di Dubris a quello di Rutupiae per poi lanciare un'occhiata al suo comandante.

«Credo che così ne avremo a sufficienza», dichiarò poi, effettuando un ultimo conteggio. «Non ingrasseremo ma tutti avranno di che mangiare», aggiunse infine, cercando di reprimere uno sbadiglio.

«Tutti hanno anche bisogno di dormire», commentò Carausio, con un sorriso, «perfino tu e io. Va' a letto, Allecto, e dormi bene.»

«Non sono stanco, davvero. Gli altri forti...»

«Potranno aspettare fino a domani. Per ora hai già fatto abbastanza.»

«Allora sei contento del mio lavoro?» chiese Allecto, e Carausio si accigliò, non comprendendo perché il giovane avesse sentito il bisogno di porre quella domanda. «Lo scorso autunno mi hai preso con te in via non ufficiale», proseguì intanto Allecto. «Gli ufficiali del tuo stato maggiore ormai mi conoscono, ma quando vado altrove avrei una maggiore autorità se fossi in uniforme. Naturalmente, se tu ritieni che mi sia guadagnato la mia posizione qui», concluse con improvvisa diffidenza.

«Allecto!» esclamò Carausio, posandogli una mano su una spalla, e quando il giovane si raddrizzò per fissarlo con occhi lucidi per il pianto trattenuto, per un momento nel guardarlo pensò a Teleri, in quanto entrambi avevano le ossa minute e i colori scuri propri delle tribù delle terre occidentali. La somiglianza era tale da far perfino supporre che fra loro potesse esistere un remoto rapporto di parentela. «Ragazzo mio, come puoi dubitare del tuo valore?» proseguì intanto. «Non riesco quasi a ricordare come ho fatto a cavarmela prima del tuo arrivo, e se proprio vuoi un'uniforme allora l'avrai.»

Allecto gli rivolse uno smagliante sorriso e si chinò a baciargli la mano mentre Carausio gli lasciava andare la spalla, un po' sorpreso dall'intensità della sua reazione ma comunque commosso da essa.

«Adesso va' a dormire», lo esortò con gentilezza. «Non hai bisogno di sfinirti al mio servizio per dimostrare la tua fedeltà.»

Una volta che Allecto se ne fu andato, lui rimase ancora fermo dove si trovava, con un sorriso sulle labbra.

Se Teleri mi darà un figlio, il suo aspetto potrebbe essere simile a quello di Allecto, pensò d'un tratto. Anche se l'aveva sposata per motivi diversi dall'avere una



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