La spada di Avalon by Marion Zimmer Bradley & Diana L. Paxson

La spada di Avalon by Marion Zimmer Bradley & Diana L. Paxson

autore:Marion Zimmer Bradley & Diana L. Paxson
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Fantasy, Sagas, Fiction
ISBN: 9788830432826
editore: Longanesi
pubblicato: 2013-02-12T23:00:00+00:00


Woodpecker si svegliò sentendo un rumore di acqua e l’odore salmastro del mare. Quel poco che riusciva a ricordare gli disse che era giusto così. Ma gli sembrava strano essere avvolto in qualcosa di morbido e caldo con il sentore acido di pelle conciata, e circondato da voci che avrebbe dovuto riconoscere. I suoi ricordi della settimana trascorsa erano un miscuglio caotico di mare agitato e venti furibondi che avevano sbatacchiato la nave come un giocattolo. Sentiva un sapore orrendo in bocca, la gola secca e i muscoli del ventre indolenziti.

Sono in una barca, pensò, respirando con cautela. Il mare mi ha quasi ucciso anche mentre mi portavano a Tartesso. Eppure la superficie sotto di lui non si muoveva più. Era sdraiato di traverso e lo stomaco, per quanto vuoto, era in pace. Sopra di lui, un telo di lana teso fra due cerchi offriva un riparo. Di colpo capì. La nave ha attraccato.

Gli ultimi giorni erano una serie di immagini distorte, comprese alcune che dovevano essere sogni. Lui sperava che lo fossero. Era stato in una città che veniva sommersa dalle onde, ma le immagini più vivide riguardavano un’isola ancor più grande, sovrastata da templi e palazzi e da una grande montagna che esplodeva in una colonna di fumo. Aveva perso qualcuno, e il dolore di quella perdita gli fece venire le lacrime agli occhi anche in quel momento; poi tutto cominciò a svanire, e non ricordò neppure il suo nome.

Cercò di mettersi seduto e si accorse di essere debole come un bambino. Qualcuno, però, udì il suo gemito. Aelfrix si infilò sotto il riparo e gli si inginocchiò accanto con un sorriso trionfante.

«Sei sveglio! Velantos l’aveva detto che raggiungere la terraferma ti avrebbe fatto stare meglio. Sarà così contento!»

«Lui sta bene?»

«Le costole gli fanno ancora male, ma se la cava», disse il ragazzo. «Quando siamo salpati, con lui che delirava per la febbre e tu che vomitavi l’anima, ci siamo chiesti se sareste sopravvissuti.»

Aelfrix lo aiutò a mettersi a sedere e gli fece bere un po’ d’acqua, e il giovane sentì che le forze cominciavano a tornargli.

«Dove siamo?»

«Da qualche parte sulla tua grande isola. Stavros dice che è un posto dove attraccano molte navi commerciali. Se te la senti, vieni a vedere.»

Lui annuì e, benché gli girasse la testa e fosse costretto a sedersi parecchie volte, riuscì a passare dal letto alla murata della nave. Si erano arenati su una riva fangosa, dove un largo fiume aveva scavato un canale fino al mare. L’erba alta ondeggiava nella brezza marina, e ancora oltre paludi e prati si innalzavano fino a formare piccole colline. Woodpecker guardò il cielo azzurro e si rese conto che tutto era bellissimo. C’erano delle capanne sulla riva, e da una di esse si alzava del fumo. Al grido di Aelfrix, Stavros e alcuni dei suoi marinai attraversarono la spiaggia, seguiti da Velantos che zoppicava.

Lo fecero passare oltre il bordo della nave e lo misero a terra. Lui fece un passo, respirando a fondo l’aria dolce.

«Woodpecker, siano ringraziati gli dei.



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