La Spada In Esilio by Ann Marston

La Spada In Esilio by Ann Marston

autore:Ann Marston [Marston, Ann]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Editrice Nord
pubblicato: 2013-02-22T16:00:00+00:00


Quando il sole tramontò, nel castello e nel villaggio tutti i fuochi furono lasciati estinguere finché non vi rimase altro che cenere. La gente di Porto e Castel Skerry, agghindata in rozzi vestiti di stoffa cucita a mano, era riunita nella Grande Sala. Le donne reggevano grandi ciotole di terraglia, mentre gli uomini portavano piccole palette per la cenere e scope fatte di paglia del raccolto dell'ultimo autunno.

I sacerdoti e le sacerdotesse dell'ara sopra il villaggio, come sempre legati insieme a simboleggiare la natura sia maschile che femminile della Dualità, montarono sul palco in fondo alla sala e intonarono una preghiera. Quando ebbero terminato, la Grande Sala fu pervasa da un silenzio assoluto. I sacerdoti e le sacerdotesse sollevarono le braccia e sorrisero.

«Che le pulizie e il rinnovamento abbiano inizio» annunciarono.

A coppie, uomini e donne raggiunsero tutti i focolari del castello. Rowan si ritrovò accoppiato con una giovane servetta che sorrise timidamente mentre lui spazzava uno dei focolari della cucina e riempiva la sua ciotola con la cenere chiara e polverosa.

Aveva sempre amato il quieto rituale del Nuovo Fuoco di Imbolc. Mentre gettava acqua e lustrava il focolare fino a farlo scintillare, ascoltava le donne cantare uscendo nella notte con le loro ciotole di cenere, per spargerle sulla passerella di ciottoli lungo il porto. Le loro voci, alte e limpide, rintoccavano nella notte, avvolgendola in una dolce aura musicale.

Quando il suo focolare fu pulito, Rowan fece ritorno nella Grande Sala, che si riempiva gradualmente a mano a mano che gli uomini terminavano i loro lavori di pulizia e le donne ritornavano dal porto con le ciotole vuote. I sacerdoti e le sacerdotesse si disposero lentamente intorno alla stanza, spegnendo le candele una ad una. Quando anche l'ultimo cero si spense e il buio scese di colpo sulla camera, un brusio pieno d'attesa si diffuse tra tutti i presenti.

Nel silenzio più assoluto, le voci del sacerdote e della sacerdotessa parvero tuonare.

«Che le porte siano spalancate per lasciar entrare le divinità erranti della notte.»

Rowan si aprì cautamente la via in mezzo alla folla verso la porta del Salone, poi giù dalla scalinata verso le porte d'entrata al castello. Gabhain e Acaren gli si fecero a fianco, e insieme spalancarono il massiccio cancello. Nemmeno una luce rischiarava il villaggio, e la luna e le stelle sopra di loro fornivano la sola flebile illuminazione del mondo.

La gente sciamò fuori nella notte, raccogliendo il legno che era stato ammonticchiato per i nuovi fuochi. Echeggiarono delle risate, e frammenti di canzoni.

Rowan portò della legna in cucina e la dispose attentamente sul focolare che aveva ripulito, prima di fare ritorno alla Grande Sala. L'oscurità rendeva difficile distinguere qualunque cosa. Qualche risolino soffocato e vari sussurri rendevano chiaro che c'era chi stava approfittando a dovere dell'oscurità. La quiete discese nuovamente sulla stanza quando i sacerdoti e le sacerdotesse richiamarono l'attenzione dei presenti.

«Ascoltaci, Padre di tutti i Fuochi, ascoltaci!» gridarono dal loro posto sul palco.

«Ascoltaci, Padre di tutti i Fuochi» rispose Rowan in coro con i presenti.

«Padre dei Fuochi, benedici questa casa con il tuo Fuoco Nuovo, e benedici coloro che l'affollano.



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