La speranza progettuale (Italian Edition) by Tomás Maldonado

autore:Tomás Maldonado [Maldonado, Tomás]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2022-04-27T22:00:00+00:00

12. L’idea di sistema

Ora è chiaro che accettare la progettazione senza l’ausilio di una lucida coscienza critica – ecologica o sociale – ci conduce sempre ad evadere dalla realtà contingente.

In ultima analisi, tale progettazione è solo una forma truccata di antiprogettazione. È evidente che l’ardito gusto per il “salto nel vuoto” appartiene all’atteggiamento tipico dell’antiprogettazione. Eppure ritroviamo questo gusto tanto fra gli utopisti tecnici quanto fra gli utopisti millenaristi: nei primi, paradossalmente, come il risultato di una ipertrofia dell’interesse progettuale, nei secondi come un’atrofia di questo stesso interesse: ambedue le tendenze coincidono nel non voler tradurre la loro volontà d’azione in termini di gestione concreta ed immediata.

Esiste, lo abbiamo già visto, un’azione progettuale senza innovazione ed un’azione innovativa senza progettazione. Tuttavia né la progettazione né l’innovazione possono prescindere dal tramite della gestione. Dal momento che c’è qualcosa da progettare o da innovare, il discorso non può essere fatto che nella cornice dell’universo fattuale cui si riferisce: sarà cioè un discorso di gestione dei fatti che si vogliono progettare o innovare. Sarà infine un discorso di “negotium gestio”, di responsabilità assunta per delega propria o altrui nei confronti di un determinato frammento della realtà.

A questo punto cerchiamo di approfondire il concetto di gestione. Nel quadro degli attuali dibattiti politici e sindacali, si oppone spesso alla gestione l’autogestione. Ciò ha fatto pensare che l’autogestione sia, per così dire, una gestione che riesce a non essere repressiva rinunciando ad essere gestione. Questa è una grave distorsione logica.

Definiamo innanzitutto che cosa intendiamo per gestione: a nostro parere, gestione è il comportamento conoscitivo ed operativo tramite il quale si trasforma l’informazione in azione. È quindi anche un processo e, come tutti i processi, non può che essere condizionato dall’universo all’interno ed in funzione del quale si svolge. Questo non significa necessariamente che la gestione sia un comportamento solidale con il suo universo, poiché esiste anche una gestione (che non sempre è autogestione) che apertamente o nascostamente tenta di sovvertire il suo universo.

Va tutt’al più ricordato che una tale impostazione è diametralmente opposta a quella sostenuta dai più intransigenti esponenti dell’attuale rivolta giovanile. Secondo costoro, ogni gestione è necessariamente solidale con l’universo nel quale è svolta. Inoltre, dicono, coloro che operano la gestione all’interno di un tale universo sarebbero sempre dei servili inservienti di ciò che essi chiamano “sistema”. Sistema, nell’attuale gergo protestatario, è una parola di estrema labilità semantica. Occorre esaminarla più da vicino.

Che cosa si intende per sistema in questo contesto? Che cosa significa essere dei servili inservienti in un sistema? Esiste la possibilità per un individuo o per un gruppo di essere completamente fuori da ogni sistema? Dobbiamo riconoscere che a tali quesiti non è facile dare risposta. Nulla di quanto la filosofia della scienza ci ha ultimamente insegnato sulla nozione di sistema può aiutarci a giustificare l’uso che dovunque si fa di questa nozione oggi.

Talvolta si ha l’impressione che oggi si parli di sistema come una volta si parlava di “regime”: pare generalmente che si voglia alludere allo “status quo” sociale, cioè all’insieme delle strutture di potere – formale o informale – che governano la società.

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