La spiaggia degli affogati by Domingo Villar

La spiaggia degli affogati by Domingo Villar

autore:Domingo Villar [Villar, Domingo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-12-22T09:26:35+00:00


“E perché non mi ha mai portato qui prima d’ora?”

Caldas si strinse nelle spalle. Lo stupiva che un tipo capa-235

ce di spaccare la mascella a un altro uomo senza il benché minimo rimorso potesse entusiasmarsi in quel modo di fronte a un paesaggio.

“Le spiace se vado a dare un’occhiata al monolito?” domandò l’aragonese, e l’ispettore l’accompagnò.

Sul monumento, la Virgen del Carmen vegliava il mare con un bambino in braccio. Sopra di lei c’era una corona di fiori di bronzo e, sotto, un’iscrizione recitava: Salve Regina Marium. Una lapide su una delle pareti laterali chiedeva che si pronunciasse una preghiera per i naviganti che avevano trovato sepoltura in mare.

Estévez girò dietro al monolito e Caldas tirò fuori il cellulare dalla tasca. Compose il numero di Manuel Trabazo.

Gli raccontò che la barca del Biondo era stata ritrovata dalle parti del faro di Punta Lameda. Trabazo conosceva quel posto dove l’acqua stagnava.

“Credi che Castelo sia affogato lì?”

“No” disse Trabazo.

Non aveva dubitato nemmeno un istante.

“Come fai a esserne così sicuro?”

“Punta Lameda è sul versante nord del Monteferro. La spiaggia dov’è stato trovato il Biondo è a sud. Se fosse caduto in mare lì, il cadavere non sarebbe ricomparso alla Madorra.

La corrente l’avrebbe trascinato verso l’interno della ría.”

“Ma non mi hai detto che alla Madorra arrivano tutti gli affogati della zona?”

“Tutti quelli che annegano nelle vicinanze o al largo” lo corresse. “Ma se un corpo cade in acqua in prossimità delle scogliere su un versante del Monteferro, non torna indietro dalla parte opposta. Prova a tirare un pezzo di legno in acqua a Punta Lameda e osserva dove va a finire. Scommetto una bottiglia di vino che non gira attorno al monte.”

“Già...” mormorò Caldas, pensando che allora dovevano aver ucciso il Biondo in un altro posto e poi avevano rimor-chiato la barca sino al faro per nasconderla.

“Dove sei?” chiese Manuel Trabazo.

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“Qui, al Monteferro. Accanto al monolito. Sto cercando di chiarirmi le idee.”

“Io esco a pescare. Ti va di accompagnarmi?”

Da anni non saliva a bordo di una barca.

“In mare?”

“Da lì sarà più facile renderti conto di ogni cosa, Leo” insistette Trabazo. “Ci troviamo al porto tra mezz’ora?”

Caldas, durante la discesa, rimase sprofondato nel sedile, con gli occhi chiusi e il finestrino abbassato.

“Vuole che ci fermiamo a dare una sbirciata alle tette della moglie di Valverde?” domandò Estévez non appena gli alberi del Monteferro vennero rimpiazzati dalle prime case.

Leo Caldas fece schioccare la lingua. Non gli interessava-no i suoi seni. Gli importava solo il suo sorriso.

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Cadere. 1. Spostarsi dall’alto verso il basso per effetto della spinta del proprio peso. 2. Disporsi in verticale, pendere, scendere. 3. Finire a terra perdendo l’equilibrio. 4. Venire a trovarsi improvvisamente in una situazione o condizione avversa o negativa. 5. Venir meno, cessare del tutto. 6. Scendere, diminuire bruscamente.

7. Andare a finire in un certo luogo.

Quando Rafael Estévez lo lasciò a Panxón, il paese gli sembrò completamente cambiato. C’era gente sul lungomare, e qualche temerario, sulla spiaggia, si avventurava persino a camminare con i piedi nell’acqua. Nel dehors del Refugio del Pescador, vari marinai in pensione sedevano al sole.



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