La stagione dei ragni by Barbara Baraldi

La stagione dei ragni by Barbara Baraldi

autore:Barbara Baraldi [Baraldi, Barbara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2021-05-27T22:00:00+00:00


64

Il ruggito del furgone irruppe nel silenzio del vicolo dove si erano rifugiati Fornasier e Costanza. Quest’ultimo tratteneva Salvatore Canu vicino a sé, usando le manette come un cortissimo guinzaglio.

Una brusca frenata e Loiacono si sporse dal finestrino della cabina. «Chiedo scusa, commissario, ma non ricordavo più dove avevo parcheggiato.»

Costanza lo ignorò. Aprì il portellone posteriore con tanta foga da farlo quasi rimbalzare sulle cerniere. Balzò sul vano di carico, trascinandosi dentro Canu e ordinò a Fornasier di prendere il posto di guida.

«Via, via, via!» gridò poi, picchiando con la mano sulla parete divisoria.

Fornasier ingranò la retromarcia e premette a fondo il pedale dell’acceleratore. Il furgone partì all’indietro con stridore di pneumatici.

Una volta in strada, la ragazza inchiodò e fece ruotare il muso del veicolo, poi ripartì a tutta velocità.

«Finalmente soli» disse Costanza con una punta di ironia.

«Tu sei completamente pazzo» ringhiò Canu. «Ti rendi conto che hai appena firmato la tua condanna a morte?»

«Punti di vista. Al momento, tu sei quello con le manette e io quello che potrebbe buttarti in un fiume senza pensarci due volte. Ma non ti preoccupare, ho ben altri piani.»

«Che cazzo vorrebbe dire?»

«Che ora mi dirai tutto quello che voglio sapere.»

«Di qualunque cosa si tratti, non so un cazzo, va bene? Ora lasciami andare!» Canu strattonò le manette che gli immobilizzavano i polsi dietro la schiena.

«Non ti agitare, o finirai per farti male da solo. Ho bisogno che tu sia lucido e che risponda alle mie domande con calma. Tanto abbiamo tutto il tempo. La notte è ancora giovane…»

«Ti sbagli. Il tuo tempo è contato, sbirro.»

Costanza ignorò la provocazione. «Tanto per cominciare, torniamo al 6 settembre dell’anno scorso. Te lo ricordi cos’è successo quella notte, vero?»

«Si può sapere di cosa stai farneticando?»

«Andiamo! L’omicidio Dallara-Lescaux porta la tua firma, al punto che comincio a pensare che la storia del mostro sia una montatura per coprire altri traffici.»

«L’ho già detto al tuo capo! Non ero neanche in città quando quei due sono stati ammazzati.»

«Ero presente al tuo interrogatorio, ricordi? E non mi sono bevuto una sola parola di quello che hai detto. Ho sempre pensato che a premere il grilletto sia stato tu. Passa meno di un anno e spunta il tuo nome in un altro duplice omicidio. Vuoi farmi credere che sia una coincidenza?»

«Credi quello che ti pare. Non è un problema mio.»

Costanza fece una smorfia di disappunto. «Avrai ben altri problemi, se non ti decidi a vuotare il sacco.»

«Puoi torturarmi, ma non mi caverai niente.»

«Non ho alcuna intenzione di torturarti! Prima di tutto perché sarebbe una gran fatica, e io preferisco spendere le mie energie in attività più produttive che sporcarmi le mani con un rifiuto come te. Quello che ti offro, al contrario, è la possibilità di una vacanza. Che ne dici?»

«Di che stai vaneggiando, vecchio?»

«Una settimana di riposo, per esempio in un paesino remoto della Val di Susa. Dopo tutto il da fare che ti sei dato per mantenere in piedi le tue attività illecite te la meriti, non credi? Il problema,



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