La stella nera di New York by Libba Bray

La stella nera di New York by Libba Bray

autore:Libba Bray [Bray, Libba]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: The Diviners - vol. 1
ISBN: 9788876250828
editore: Fazi
pubblicato: 2016-03-11T05:00:00+00:00


Sospensione dell’esecuzione

Will tornò a casa intorno all’ora di cena e convocò Evie nel suo ufficio. Sedeva rigido nella sua poltrona, giocherellando nervosamente con una sigaretta spenta. La radio suonava sommessamente.

«Evangeline, non avrei dovuto perdere le staffe, poco fa. Mi dispiace».

Evie alzò le spalle: «Tutti si arrabbiano qualche volta».

«Mi hai colto piuttosto di sorpresa, temo». Will accese la Chesterfield che aveva in mano. Fece un tiro, poi buttò fuori una sottile scia di fumo: «Dimmi di più su questi tuoi talenti».

«È cominciato due anni fa, quando iniziarono i sogni su James».

«James, tuo fratello?».

«No. James il portiere», scattò Evie, e se ne pentì immediatamente. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era esasperare Will.

«Nessun precedente. Io sono il curatore di un museo e uno studioso. Devo arrivare alla fonte», disse Will in tono professionale. «Come l’hai scoperto?».

«La prima volta è stata una spilla di mia madre. Volevo indossarla, ma lei non me lo aveva permesso. L’aveva lasciata sul suo tavolino da toletta e io la presi, ma sembrava come se non trovassi il coraggio di appuntarmela sul vestito. Continuai a rigirarmela tra le mani ed ebbi quella strana sensazione. La spilla sembrava calda. Anche le mie mani si scaldarono e i palmi formicolavano». Fece una pausa. Voleva parlarne, ma adesso si sentiva vulnerabile.

«Vai avanti. Che cosa hai visto? Hai avuto informazioni soltanto su un’ora della storia di quell’oggetto, o sei riuscita a risalire più indietro? L’hai avvertita come una sensazione, una suggestione, oppure come se fossi lì di persona, come se vivessi quel momento?».

«Allora… mi credi?».

Will annuì: «Ti credo».

Evie si protese in avanti, sulla sedia, speranzosa: «Era come se stessi guardando un film, ma la luce del proiettore non fosse molto forte. Fu soltanto un attimo. Riuscii a vedere mia madre seduta alla sua toletta e a provare quello che provò lei quando indossò la spilla».

«Cosa?».

Evie lo guardò negli occhi: «Avrebbe desiderato che fossi morta io, invece di James».

Will distolse lo sguardo: «Le madri amano tutti i figli allo stesso modo».

«No, non è vero. È soltanto quello che dicono tutti».

«E quella fu la prima volta?».

«Sì. Ma poi ho fatto altre prove. Ogni volta che mi concentravo su un oggetto, riuscivo a percepire un frammento della sua storia. Non sempre in ordine. A volte, le immagini che vedo sono sfocate; altre volte sono più nitide. Penso che quando l’emozione è più forte, sento e vedo di più».

«Vuoi dire che il dono è diventato più forte? O più debole?».

«Non lo so. Non l’ho mica esercitato come un paio di nacchere», disse Evie. «Si può esercitare come un paio di nacchere?».

«Hai mai conosciuto qualcuno con la tua stessa capacità?», le chiese Will, ignorando la domanda.

«Esistono altri come me?».

«Se anche fosse, non si sono mai dichiarati. Ne hai parlato con i tuoi genitori?».

«È stato già difficile parlarne a te dopo quello che è successo in Ohio. Loro hanno pensato che fosse uno dei miei scherzetti».

«Bene, bene», disse Will.

«Perché mi stai facendo tutte queste domande?».

«Sto cercando di capire», disse Will.

Nessuno le aveva mai detto una cosa come questa. I suoi genitori volevano sempre consigliare, o educare o ordinare.



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