La Storia Che Tasslehoff Giurò Di Non Raccontare by Margaret Weis & Tracy Hickman

autore:Margaret Weis & Tracy Hickman [Weis, Margaret & Hickman, Tracy]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Capitolo quinto

«Oh, no, basta!» esclamai, decisamente seccato, ma non riuscii a finire la frase, il che probabilmente fu un bene perché di certo sarebbe servito soltanto a far infuriare Fizban e a indurlo a far fare alla mia coda di cavallo la stessa fine delle sopracciglia.

Il motivo per cui non riuscii a finire la frase fu che adesso non eravamo più soli nella Tomba di Huma. Oltre a noi c'era infatti anche un cavaliere in armatura da battaglia completa che se ne stava in ginocchio davanti al catafalco sotto l'argentea luce lunare e che aveva il volto rigato di lacrime.

«Ti ringrazio, Paladine!» continuava a ripetere, in un tono di voce che destò in me il desiderio di andare da qualche parte dove potessi restare solo e in silenzio per un tempo molto, molto lungo.

Nel frattempo però le lance si erano fatte estremamente pesanti e mio malgrado mi lasciai sfuggire l'estremità anteriore con il risultato che Fizban esagerò nel compensare il peso e per poco non cadde all'indietro nel perdere a sua volta la presa sull'impugnatura. La conseguenza di tutto questo fu che le lance, non più sorrette a nessuna delle due estremità, crollarono sul pavimento di pietra con un notevole clangore che sorprese il cavaliere al punto da farlo quasi schizzare fuori della sua armatura. Balzato in piedi, estrasse la spada e si girò di scatto a fissarci con occhi roventi.

Per pregare si era tolto l'elmo e questo mi permise di vedere che era un uomo di circa trent'anni, con i capelli rosso scuro che portava raccolti in due lunghe trecce; gli occhi erano verdi come le foglie dei vallenwood di Solace, la città dove vivo quando non sono in giro in cerca di avventure o non sono in prigione, solo che in quel momento non sembravano verdi come foglie ma piuttosto duri e freddi come il ghiaccio del Muro di Ghiaccio.

Non so cosa il cavaliere si fosse aspettato di vedere, forse un drago o magari un draconiano o un paio di orchetti, comunque risultò evidente che non si era certo aspettato di vedere Fizban e me perché quando il suo sguardo si posò su di noi la sua espressione si fece per un momento perplessa e sconcertata prima di tornare a indurirsi.

«Un mago», disse, con lo stesso tono con cui avrebbe potuto dire "sterco di orco". «E un kender», aggiunse, passando a un tono che preferisco non descrivere. «Cosa ci fate qui voi due? Come osate violare questo luogo sacro?»

Nel parlare cominciò ad accalorarsi e ad agitare la spada in modo decisamente sconsiderato, tanto che avrebbe potuto finire per fare del male a qualcuno e nella fattispecie a me che di colpo mi ero trovato ad essere il più vicino alla spada in quanto Fizban mi aveva afferrato e spinto davanti a sé.

«Aspetta un momento, Sir Cavaliere», replicò Fizban, mostrando quello che mi parve un coraggio notevole, soprattutto se si considerava che mi stava usando come scudo e che il mio piccolo corpo non avrebbe fornito molta protezione dalla spada affilata del cavaliere.

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