La terra che scompare by Julia Phillips

La terra che scompare by Julia Phillips

autore:Julia Phillips [Phillips, Julia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2020-08-12T22:00:00+00:00


Febbraio

Revmira si svegliò e sapeva che era il 27 febbraio. Una data che la opprimeva. Intristita e gravata da quel peso, si vestì lentamente e andò in cucina, dove trovò suo marito che preparava il caffè. «Buongiorno» disse lei.

«’giorno» rispose Artëm. E Revmira, vedendo il profilo delle sue spalle chine sul fornello, capì che anche lui sapeva che giorno era.

Tirò fuori il formaggio e il prosciutto per la colazione. Mise due piatti sul bancone e il marito versò il caffè. Poi rimescolò lo zucchero nella tazza di lei, facendo tintinnare il cucchiaino. Stavano insieme da ventisei anni, quasi metà della vita di Revmira, e lei ancora si sorprendeva per la gentilezza di Artëm. Era l’uomo più tranquillo che avesse mai conosciuto. Del resto, ne aveva conosciuti soltanto due.

«Come hai dormito?» le chiese.

Lei si strinse nelle spalle, posò i panini e si sedette. «Oggi sei di turno?»

«Dalle dodici a mezzanotte.» Tra poco avrebbe raggiunto gli altri colleghi della squadra di soccorso e, dopo aver impilato le attrezzature, si sarebbero preparati per qualche volo urgente in montagna o nelle grotte di ghiaccio o in mare aperto, ma per il momento indossava una maglietta tutta sgualcita. Non si era ancora rasato. Alle sue spalle, la finestra incorniciava un cielo terso.

Il sonno della notte precedente era stato pesante e cupo, per Revmira. Ma non aveva sognato Gleb. L’aveva fatto per anni, dopo l’incidente. Gleb era venuto a trovarla nella casa della sua infanzia; a festeggiarla il giorno del suo compleanno; la portava in auto lungo la strada accidentata oltre i confini della città, fino alla spiaggia di sabbia nera dell’oceano. «È impossibile» gli diceva in quel sogno. «Lo so» ribatteva lui, cambiando marcia. Avrebbe voluto toccargli la mano, ma temeva di distrarlo dalla guida.

«Farà caldo» commentò Artëm.

Lei alzò gli occhi dal piatto. «Ah, sì?»

«Quasi zero gradi.»

«Non mi sorprende» rispose lei. «Ti prendi solo i turni migliori. Probabilmente trascorrerai la giornata a fare un picnic.»

«Mangerò un bel gelato in mezzo alla neve, come no. È più probabile che a mezzogiorno in punto ci chiamino perché qualche principiante è finito fuori pista e si è ustionato al sole.»

«Sii prudente» disse lei. Il marito continuava a guardarla.

«Con un clima del genere l’inverno potrebbe essere breve» proseguì lui. «Stamattina il tenente Rjachovskij mi ha mandato un sms. Non appena le acque della baia si scongelano, vogliono le nostre barche per cercare le due sorelle.»

Nella bocca di Revmira il boccone di pane si fece asciutto. «Non mi ha più fatto sapere niente.»

«Gliel’ho chiesto di nuovo. Non mi ha risposto.»

«È uno stronzo» disse lei.

Artëm le sorrise dall’altra parte del tavolo. Quello sguardo gli scavava rughe più profonde sul viso.

«Gli hai parlato della figlia di Alla?»

«Gli ho detto tutto» rispose Artëm. «Quello pensa solo al lavoro: il maggiore generale vuole l’approvazione del ministero per un altro ciclo di ricerche in mare.»

Revmira posò il pane. Per mesi la squadra di soccorso di Petropavlovsk aveva aiutato la polizia a organizzare turni di ricerca per le sorelle Golosovskje. Le missioni di salvataggio di Artëm



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