La Tomba Dell'Imperatore Ts'In by Edgar Wallace

La Tomba Dell'Imperatore Ts'In by Edgar Wallace

autore:Edgar Wallace [Wallace, Edgar]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:51:08+00:00


12.

Un messaggio dall’aldilà

Per Tillizinni la situazione fu molto imbarazzante. Si sentì gli occhi del vecchio puntati addosso, mentre il figlio di questi, pallido e stordito, si rimetteva in piedi. Comunque non disse nulla.

- Non finisce qui, signor Tillizinni - sibilò de Costa padre in tono deciso e minaccioso. - A Scotland Yard verranno a sapere che se la intende con questo avventuriero, che, oltre a essere un pirata, è anche un volgare ladro.

Con un gesto Tillizinni trattenne l’amico, che stava già per reagire.

- Un ladro? - chiese in tono divertito.

- Un volgare ladro, uno scassinatore, che si è introdotto in casa mia due settimane fa - affermò de Costa. - Un ladro che è riuscito ad aprire una certa porta, ma che non ha potuto trovar nulla!

Mostrò i denti con un largo, sarcastico sorriso.

- Ecco qua!

Mise la mano nella tasca interna della giacca e ne tolse un piccolo coltello in una custodia di cuoio.

- Lo scassinatore ha dimenticato questo sopra uno scaffale. Noterà, Ned, che sulla lama ci sono le iniziali del suo nome: N.T., ovvero Ned Talham]

Il vecchio mise via il coltello e s’avviò verso la porta. Tillizinni sorrise.

- Un’altra rivelazione che potrà fare a Scotland Yard - disse divertito mentre apriva la porta per i due irati ospiti - è che NT. sta anche per Nicolò Tillizinni.

Il giovane era già uscito, il vecchio stava varcando la soglia e s’apprestava a seguire il domestico. Alle parole di Tillizinni, tuttavia, si voltò.

- Lei?

Tillizinni rispose con un inchino.

- Sono venuto a cercare certi documenti rubati all’ambasciata cinese -

Edgar Wallace

73 1995 - La Tomba Dell’Imperatore Ts’In

disse. - Vuol chiedere a suo figlio d’aspettare in un’altra stanza mentre facciamo due chiacchiere?

De Costa esitò, poi uscì.

- Aspettami giù - ordinò al figlio.

Rientrò, si chiuse la porta alle spalle. Tillizinni camminò piano fino al lato opposto della stanza, le mani in tasca, le sopracciglia corrugate in un’espressione assorta. Tornò dal vecchio de Costa.

- Vuole sedersi? - chiese, ma il vecchio non si mosse.

- Come le stavo dicendo, sono stato a casa sua, come un ladro, se vuole: è uno dei reati che mi concedo. Sono venuto a cercare un certo documento che avevo buoni motivi per ritenere fosse in suo possesso.

- E l’ha trovato? - chiese il vecchio, sicuro di sé.

- No, non l’ho trovato - ammise Tillizinni. - Ma, se non ho trovato ciò che cercavo, ho fatto però una scoperta interessante. Ho scoperto che, quella sera, erano state da lei tre persone, tre cinesi per l’esattezza, uno dei quali, il più illustre - soggiunse lentamente - non sapeva della visita degli altri due.

Il vecchio rimase impassibile.

- Vada avanti - disse.

Tillizinni aveva preso dalla scrivania una penna stilografica, e se ne serviva, come spesso faceva, per dare più enfasi alle sue affermazioni.

- Ebbene… - riprese, ma s’interruppe con un’esclamazione dispiaciuta, poiché, agitando la penna, aveva macchiato d’inchiostro la camicia del suo interlocutore. Si tolse il fazzoletto di tasca e si diede un gran daffare ad asciugare la macchia.

De Costa rimase un po’ sconcertato: non sapeva se opporsi a quel gesto premuroso.



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