La trilogia dei Re by bruno

La trilogia dei Re by bruno

autore:bruno [Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-10-22T21:17:45.860000+00:00


Capitolo terzo

Quella sera mi sforzai a lungo di scrivere le parole di una canzone, però mi venivano in mente solo espressioni trite, così alla fine, siccome non riuscivo a liberarmi degli stereotipi, me ne andai a dormire. Ripensando a Lai Di la trovai troppo grassa, ma considerando le dimensioni delle mie mani e dei miei piedi provai un certo imbarazzo. Cominciai allora a contare lentamente e piano piano mi addormentai.

Mi alzai di buon’ora e avvolto nella nebbia andai a prendere l’acqua fredda per lavarmi. Mi sentivo un po’ eccitato, ma non sapendo che fare mi sedetti a fumare. Lo sguardo mi cadde sul dizionario che mi aveva dato Lai Di, lo presi e cominciai a sfogliarlo. A poco a poco trovai che era più appassionante della lettura di un romanzo. Mi scossi solo quando suonò la campanella che segnava l’inizio delle lezioni e mi affrettai in classe.

I ragazzi si erano appena seduti. Dopo il consueto rito, feci alcuni passi davanti alla lavagna e dissi: — Ascoltatemi bene, voglio risolvere una volta per tutte il problema dei compiti in classe. Sono nove anni che studiate la lingua…

I ragazzi si misero a gridare: — Come nove anni? Sono otto!

Siccome rimanevo dubbioso, i ragazzi mi fecero il conto e dissero che la scuola elementare era di soli cinque anni, così appresi che la riforma dell’insegnamento aveva eliminato un anno delle elementari, e dissi: — Bene, allora sono otto anni. Però oggi il vostro livello di cinese è pari a quello del quinto anno delle elementari, forse anche inferiore. Continuare in questo modo non vi servirebbe a niente anche se studiaste altri otto anni. Tanto vale ripetere quello che è stato già fatto. Secondo i calcoli di Wang Fu, vi sono stati insegnati oltre tremila caratteri, dovrebbero essere sufficienti, ma i vostri temi, a parte i caratteri sbagliati o imprecisi, sono scritti in modo confuso. Se volete che qualcuno riesca a leggere quello che scrivete, dovete essere chiari, altrimenti tanto vale fare una scorreggia puzzolente, avrebbe più effetto. — I ragazzi scoppiarono in una risata convulsa, io continuai serio: — Che ridete? Vi rovinate con le vostre mani. In realtà basterebbe che foste un po’ più diligenti. Ecco le mie richieste: per prima cosa i caratteri devono essere scritti in modo chiaro, se non sono belli poco importa; seconda cosa… No, non c’è una seconda cosa, solo la prima, i caratteri devono esser scritti in modo chiaro. Avete capito?

— Abbiamo capito! — si sgolarono i ragazzi.

Io risi: — La volontà non si misura dal tono della voce. Stabiliamo delle regole: d’ora in poi i caratteri che non saranno scritti in modo chiaro, verranno considerati sbagliati e li riscriverete cinquanta volte. — I ragazzi lanciarono un «Oh!». — Lo so — dissi. — Ma dovete pensare che è per il vostro bene. Non è una vergogna che dopo aver studiato otto anni non siate in grado di scrivere un carattere correttamente? In questi anni non avete mai fatto esami, c’è una gran confusione dappertutto. Ma io non sono qui per spiegarvi i grandi princìpi, quelli li conoscete bene.



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