La versione di Fenoglio (I casi del maresciallo Fenoglio Vol. 3) by Gianrico Carofiglio

La versione di Fenoglio (I casi del maresciallo Fenoglio Vol. 3) by Gianrico Carofiglio

autore:Gianrico Carofiglio [Carofiglio, Gianrico]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788806240981
Goodreads: 44062114
editore: Einaudi
pubblicato: 2019-02-18T21:00:00+00:00


12.

Il sostituto di Bruna comunicò che la seduta era terminata e che potevano andare. Il sottinteso era che la stanza doveva essere liberata. Giulio chiese a Fenoglio se avesse impegni.

– No, non ho impegni, – rispose il maresciallo e, mentre la pronunciava, quella frase suscitò in lui angoscia e allegria al tempo stesso.

– Se le va, potremmo bere qualcosa al bar qui di fronte?

– Perché no? Ha anche smesso di piovere.

Il bar era grande, appena ristrutturato, dall’arredamento un po’ freddo, ma con i banconi pieni di cose dolci e salate.

Il settore del salato in particolare attirò l’attenzione di Fenoglio. Era stipato, quasi rigurgitava di sandwich che sembravano appena preparati e avevano un aspetto delizioso. Salmone, gamberetti, verdure, avocado, prosciutto crudo, mozzarella, roast beef, pane bianco, pane nero, pane giallo forse di zafferano, pane rosso forse di pomodoro, pane con le noci, pane con i pistacchi, focacce di vario tipo.

Si sedettero a un tavolino a ridosso della grande vetrata, cosí vicino al marciapiede che quasi sembrava di poter toccare i passanti. Il cameriere comparve dopo pochi secondi, neanche fosse stato in agguato. Era piuttosto basso, rotondo, con un viso socievole.

– Tu cosa prendi? – chiese Fenoglio.

– Magari un bicchiere di bianco freddo?

– Ottimo, ne porti due.

– Desiderate qualcosa da stuzzicare insieme al vino, maresciallo? – domandò il cameriere.

Fenoglio lo scrutò, sorpreso.

– Ci conosciamo?

– Sono passati tanti anni, non vi potete ricordare. Ero giovane, e facevo le cazzate.

Fenoglio socchiuse gli occhi, come per mettere meglio a fuoco la fisionomia dell’uomo.

– Fanelli… Tarzàn? – disse infine.

– Fanelli Gaetano. Allora non sono cambiato completamente.

– Be’, ti sei un po’ ingrassato.

– Lo so, lo so. Voi siete uguale, invece. Sempre in servizio?

– Ancora per un po’.

– Allora, lo volete qualcosa da mangiare?

– Solo per accompagnare il vino.

– Chi era? – chiese Giulio, curiosissimo, appena il tipo si fu allontanato.

– Non ci crederai. Faceva i furti negli appartamenti. Pesava venti chili di meno ed era capace di arrampicarsi su qualsiasi palazzo senza scale né corde né strumenti: senza niente. Si aggrappava a mani nude alle grondaie, ai balconi, ai cornicioni, a qualsiasi cosa. Io non l’ho mai visto, ma dei colleghi sí, e pare fosse un vero spettacolo da circo.

– Perciò lo chiamavano Tarzan?

– Tarzàn, alla barese, con l’accento sull’ultima.

Poco dopo Fanelli Gaetano, in arte Tarzàn, ricomparve con un aperitivo parecchio abbondante. Si era fatto prendere dall’entusiasmo e, oltre ai due calici di bianco, aveva portato un paio di piatti colmi di sandwich, focaccine, piccole quiche, olive e tarallini. Fenoglio contemplò divertito quel ben di Dio.

– Davvero succede che qualcuno confessi una cosa che non ha fatto? – domandò Giulio addentando un sandwich.

– Piú spesso di quanto si possa immaginare.

– Ma per via delle botte?

Fenoglio inspirò profondamente, come per un’improvvisa fame d’aria. Bevve un po’ di vino, giocherellò con un’oliva e la mangiò.

– Le botte capitano. Oggi meno che in passato, ma capitano. Eppure non sono il problema principale, quando si parla di questa roba. Voglio dire: è chiaro che ci sono state e ci sono confessioni o deposizioni estorte con la violenza, però quelle si decifrano piú facilmente.



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