La via della non-conoscenza by John Main (OSB)

La via della non-conoscenza by John Main (OSB)

autore:John Main (OSB) [Main, John]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
editore: Edizioni APPUNTI di VIAGGIO
pubblicato: 2015-02-27T23:00:00+00:00


Aprirsi alla preghiera

Un interrogativo che ci si pone sempre di nuovo è: “Cosa facciamo in effetti quando meditiamo? Quale posto occupa, in generale, la meditazione nella nostra vita di cristiani?”.Quando iniziamo a meditare e ci vien detto “Devi ripetere la tua parola dall’inizio alla fine, e non devi parlare con Dio o pensare a lui, ma devi semplicemente recitare la parola”, verosimilmente ci vien fatto di rispondere: “Ma questa è proprio preghiera, preghiera cristiana? O è forse soltantouna forma di rilassamento, di autoipnosi?”. Ora, nel Nuovo Testamento troviamo che uno dei concetti ricorrenti è che la preghiera è preghiera di Gesù, e che dobbiamo imparare ad esserne partecipi. Recitare il mantra, ripetere la nostra parola,vuol dire semplicemente tenere d’occhio il nostro cuore perché non vi si insinuino cose prive di valore, che potrebbero essere persino le nostre pie parole, i nostri santi pensieri. Nulla deve indebolire il flusso delle nostre preghiere che sono l’amore di Gesù per il Padre. Dobbiamo essere assolutamente aperti a ciò, ed il mantra è come un guardiano che veglia sul nostro cuore. Ecco perché ci viene chiesto di ripeterlo dall’inizio alla fine di ogni meditazione.

I due rischi da evitare sono innanzitutto la distrazione, per cui dobbiamo far sì che la mente non venga distolta da vacuità; in secondo luogo, si deve far in modo da non perdersi nel nulla. La preghiera non è fluttuare nell’aria: è un calarsi totale e del tutto consapevole nella preghiera di Gesù, pensare del suo pensiero. Come scrive S. Paolo, ‘noi abbiamo il pensiero di Cristo’. Uno dei temi ricorrenti delle Scritture buddiste è il richiamo rivolto all’uomo perché non sprechi la propria vita, perché non permetta che la vita gli sfugga tra le dita per accorgersene soltanto quando è giunta al temine. La vita che ci è data è fatta per essere vissuta, per giungere a piena coscienza, alla piena illuminazione. Come ci insegna S.Paolo, noi permettiamo alla luce di Cristo di risplendere nel nostro cuore con tutto il suo fulgore. La logica implicita nelle Scritture buddiste è che dobbiamo considerare seriamente il fine della nostra esistenza, e non permettere che sia banalizzata o che scorra in un’infinita sequenza di distrazioni. In quanto cristiani, dobbiamo essere particolarmente attenti all’impegno che comporta per noi il dono ricevuto: il dono della vita e della redenzione. Per esso noi siamo fatti uno con Dio in Gesù, e come cristiani dovremmo proclamare questa novella al mondo intero, perché si sappia che tutti noi siamo fatti per questo destino di unità in pienezza di vita. È questa l’essenza dell’annuncio cristiano. Dobbiamo accettare come dato di fatto che ciò ora si compie in Gesù, se solo noi lo realizziamo. Meditare vuol dire accettare il dono, il dono della vita, il dono di Gesù e la donazione di sé dello Spirito. In quanto infinito, il dono esige la nostra piena attenzione e assoluta concentrazione. Non spendiamo mezz’ora al mattino e mezz’ora alla sera per ‘un pizzico di religiosità’ o perché facciamo rientrare la spiritualità in un programma salutistico.



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