La vita e il pensiero by Pirrone

La vita e il pensiero by Pirrone

autore:Pirrone [Pirrone]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Utet
pubblicato: 2017-06-12T22:00:00+00:00


NOTE

Note Diogene

1. Secondo Pausania (VI, 24, 5) il padre di Pirrone si chiamava Pistocrate.

2. Diocle di Magnesia (80-30 circa a.C.) fu autore di un Compendio di biografie di filosofi, utilizzato molto spesso dal Laerzio (cfr. M. DAL PRA, La storiografia filosofica antica, Milano, 1950, pp. 191-3).

3. Fr. 39 Jacoby. Apollodoro di Atene (180-119 a.C.), allievo di Aristarco, diede più rilievo ai fatti estrinseci dei filosofi che al loro pensiero (cfr. SCHWARTZ, in «RE», II, A-B, coll. 1022-8.)

4. Quest’attività artistica di Pirrone viene ricordata con derisione in ARISTOCL. Apud Euseb. Praep. ev. XIV, 18, 27. La notizia è confermata nella voce Πύρρων in Suida.

5. In ARISTOT. Hist. an. VI, 5, 563 a 7 viene ricordato, come padre di Brisone, Erodoro (per questa discrepanza cfr. DÖRING, Die Megariker, Amsterdam, 1972, pp. 157-60).

6. Fr. 146 Müller = 92 Jacoby. Alessandro Polistore (I sec. a.C.), nelle sue Διαδοχαί, dava grande rilievo agli sviluppi delle «scuole» filosofiche (cfr. DAL PRA, La storiografia filos. ant., cit., pp. 189-91).

7. Anassarco di Abdera, detto l’Eudemonico per la sua eccezionale serenità, fu seguace di Diogene di Smirne, il quale, fondandosi sul pensiero di Metrodoro di Chio, aveva dato una svolta scetticheggiante al pensiero democriteo (cfr. DIOG. LAERT. IX, 58-60; Gli Atomisti, a cura di V. E. Alfieri, Bari, 1936, pp. 339-49).

8. Circa il rapporto diretto che venne a stabilirsi, ad opera della spedizione militare di Alessandro, tra cultura greca e cultura bramanica e indiana in generale cfr. STRAB. XVI, 2, 39; PHIL. Quod omn. prob. lib. 14, 96; PLUTARCH. Alex. 64, 65, 69; LUCIAN. Fr. 7; PORPHIR. De abst. 4, 17. Interessanti e particolareggiate (se pur fantasiose) informazioni di ordine etico, religioso e filosofico si riscontrano in PHILOSTR. De Apoll. vita III, 10-51.

9. Costituivano una casta sacerdotale persiana e non venivano, di solito, distinti dagli astrologi caldei. Molto ammirati dai pensatori neoplatonici (cfr. IAMBL. De myster. II, 10; V, 23; PROCL. In remp. II, 337 Kr.; SYNES. De insomn. 2), furono aspramente derisi e combattuti dai Neopirroniani (cfr. GELL. XIV, I e SEXT. EMP. Adv. math. V).

10. Ascanio resta per noi un personaggio completamente sconosciuto, tanto che il Müller (Frag. hist. gr. II, 3, p. 384) propone di sostituire questo nome con Ecateo di Abdera, discepolo di Pirrone. (Per la questione non solo dell’identità di Ascanio, ma dell’attendibilità della notizia che Diogene gli attribuisce vedansi, tra l’altro, F. JACOBY, Hekataios, in «RE», VII, coll. 2751; SEPP, Pyrrhoneische Studien, Freising, 1893, p. 60; COUISSIN, L’origine et l’evolution de l’ἐποχή, cit., pp. 373-97; ROBIN, Pyrrhon et le scept. grec, cit., pp. 15-6; DAL PRA, Lo scett. greco, cit., pp. 64-70). A proposito del termine ἐποχή esercita una qualche suggestione l’accostamento che Suida (voce ἐποχή) fa tra il celebre significato filosofico del termine e il suo significato astronomico, come «parte in cui vengono percepiti il sole e la luna e ciascun pianeta in relazione ai dodici astri dello zodiaco». Ciò potrebbe farci pensare ad un qualche rapporto tra Pirrone e i Magi, pur escludendo ogni implicazione di ordine astrologico, come è rilevato dalle polemiche anti-caldee degli Scettici da Timone a Sesto Empirico.



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