La vita spiegata da un Sapiens a un Neanderthal by Juan José Millas & Juan Luis Arsuaga

La vita spiegata da un Sapiens a un Neanderthal by Juan José Millas & Juan Luis Arsuaga

autore:Juan José Millas & Juan Luis Arsuaga [Millas Juan, José & Arsuaga, Juan Luis]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2021-05-26T12:00:00+00:00


9

Superpeluche

A giugno cadeva l’anniversario del primo incontro tra me e il paleontologo. Un anno durante il quale non ci era salito il colesterolo né aumentata la pressione arteriosa né ci era caduta una tegola sulla testa. In confronto all’andamento del mondo, le nostre vite scorrevano senza sussulti degni di nota. La collaborazione funzionava, insomma. Lo chiamai per dirgli che dovevamo festeggiare e lui fu d’accordo.

«Ti porterò in un negozio di giocattoli» aggiunse.

Nel riattaccare mi sentii un po’ preoccupato. Voleva regalarmi un peluche per l’anniversario? Aveva cominciato a scoprire la mia Neanderthalità profonda? In quel caso, cosa avrei dovuto regalargli io?

Cosa può offrire un Neanderthal a un Sapiens?

Mi diede appuntamento in un negozio di bambole di calle del Arenal di Madrid, alle sette di sera di un sabato. Calle del Arenal, una via pedonale, collega la Puerta del Sol con plaza de la Ópera, due punti nevralgici della città. L’arteria ribolliva di gente, come una capsula di Petri ribolle di microrganismi nel laboratorio. Come mia abitudine, arrivai con mezz’ora di anticipo per ispezionare i dintorni e mi affacciai al locale, che era, in effetti, un negozio di giocattoli la cui estetica evocava i negozi inglesi degli anni Venti del Novecento. In vetrina erano esposte decine di bebè iperrealisti, ma anche peluche e persino una casa delle bambole.

Le case delle bambole mi fanno impazzire. Quella in vetrina aveva due piani e una mansarda, ed era aperta in due, a mostrare l’interno: il salone, la cucina, i bagni, le camere da letto… Nel salone c’era un gruppo di persone anziane che prendeva il tè. In una delle stanze una bambina, che mi ricordò l’Alice di Carroll, si guardava in uno specchio ovale, di quelli con il supporto. In mansarda, un maggiordomo e una cuoca conversavano seduti sul bordo di un letto a soppalco. Sembrava un mondo pacifico, forse troppo. Io avrei messo al piano inferiore, sotto la tromba delle scale, un impiccato appeso a una trave.

Poco dopo, cominciai a chiedermi se Arsuaga mi avesse dato davvero appuntamento lì o se me lo fossi sognato. Il sospetto aumentò quando notai che all’ora prevista ancora non era arrivato. Entrai in un bar vicino da cui potevo sorvegliare l’ingresso del negozio, e ordinai un caffè per prendere tempo e riflettere sulla mia situazione mentale. Verso le sette e un quarto, quando ero sul punto di andarmene, lo vidi arrivare un po’ trafelato, facendosi largo tra la folla.

«Mi spiace, mi spiace!» si scusò. «È che arrivo da un’escursione sulla sierra, e al ritorno ho trovato un po’ di traffico.»

Gli domandai che cosa ci facessimo lì.

Lui si voltò, indicò la moltitudine ed esclamò: «Osserva che energia!».

Detesto l’energia, detesto l’euforia, detesto le masse, ma finsi di entusiasmarmi per quello spettacolo di sabato sera nel centro di una delle grandi città europee.

«L’ho osservata» dissi dopo qualche secondo. «E adesso? Cosa andiamo a fare in un negozio di giocattoli?»

«Si impara ovunque» sentenziò il paleontologo, sorridendo con una certa condiscendenza.

L’aria della sierra aveva avuto su di lui l’effetto di una droga. Inoltre, il nuovo taglio di capelli gli dava un’aria da adolescente.



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