L’amata alla finestra by Corrado Alvaro

autore:Corrado Alvaro [Alvaro, Corrado]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2019-08-07T22:00:00+00:00

I DENARI

Ritrovava la strada del suo borgo come le parole del dialetto natio. Quante volte, avendovi pensato da lontano, il suo pensiero si era fermato davanti alla svolta d’una strada e non sapeva andare più avanti. Ora si rincorrevano nel suo pensiero le parole più puerili, senza scopo, sbucando fuori dai nascondigli della sua memoria, e non avevano quasi senso, ma sì un suono festoso. Era notte. Le costellazioni della sua infanzia si spiegavano pel cielo nelle loro forme familiari, ed egli vi ritrovava i covoni di grano sulle aie, le veglie della vendemmia accanto al palmento, quando le aveva contemplate supino. Il cielo si era voltato rapidamente sul suo capo come una bandiera. Ora si voleva immaginare le parole che avrebbe detto entrando in casa dopo vent’anni, e come si sarebbe fatto riconoscere. Una lunga storia di pericoli, d’inseguimenti, gli tornava alla memoria; la sua storia.

Era andato venti anni prima nell’America in cerca di lavoro. Si ricordava come gli ballava la terra nuova intorno, ora che le montagne del suo paese non la tenevano più ferma, peggio del mare che aveva traversato. Non lo conosceva nessuno, se non un compagno del suo stesso paese, Sebastiano Antona. Egli si chiamava Raffaele Galia.

Fu bello quando lui e l’Antona arrivarono davanti a Nuova York. Il piroscafo cacciò un urlo, lungo come quel viaggio, e dalla nave partirono le grida degli emigranti. “Butta, butta!” gridavano attorno a lui. E tra le grida volarono in mare i fagotti, le valigie, i sacchi sudici. Tutti ora si avviavano a mani vuote, disarmati e nudi incontro al destino.

I due compagni vissero un po’ di tempo spazzando nelle fabbriche. Ma avevano sempre fitto in mente di raggiungere Nuova Orleans dove conoscevano uno del loro paese, il Pepe, che faceva il falegname e scriveva sempre che stava in paradiso. Vi arrivarono a tappe, in tre anni, facendo le guardie del carbone nelle stazioni o lustrando e spazzando i treni.

A Nuova Orleans il Pepe non c’era, o forse non lo trovarono perché la città è grande. Allora si misero nelle mani di uno che non aveva paese, che li portò in certe campagne presso Rio Grande, a lavorare coi negri. Fu là che l’Antona ebbe una mattina un male sinistro: il labbro inferiore gli divenne storto, e la bocca gli faceva, nello specchio, una brutta smorfia. “Vedi, vedi,” diceva lamentosamente al compagno. Ma nel suo cuore pensò a una donna che aveva conosciuta una notte, d’inverno, che aveva ospitata nella sua baracca quando era guardiano del carbone. La rivide col sorriso giallo di quando gli apparve sulla porta, come se avesse un’arma pungente nel suo sangue.

Una mattina sentono una novità: al Nuovo Messico era stata scoperta una terra dove c’era l’oro, e chiunque poteva andare e diventar padrone d’un tesoro.

La notte, di nascosto, si misero in viaggio. Credevano di non trovare la strada. Invece quando traversarono il fiume, videro gran gente sui ponti e nelle barche, silenziosa. Questa gente, varcato il fiume, si riuniva e formava una folla compatta, che avanzava sulla sterminata pianura, come un rastrello gigantesco.

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