L'Accademia dei Vampiri by Richelle Mead

L'Accademia dei Vampiri by Richelle Mead

autore:Richelle Mead
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-05-09T16:00:00+00:00


Le conseguenze delle bugie di Jesse e Ralf furono terribili come avevo previsto. L'unico modo per sopravvivere era mettere un paraocchi, ignorare tutti e tutto. Mi permetteva, a stento, di restare sana di mente, ma lo odiavo. Avevo voglia di piangere in continuazione. Persi l'appetito e non riuscii più a dormire bene.

Eppure, per quanto fosse dura, non mi preoccupavo per me stessa più di quanto non mi preoccupassi per Lissa. Stava mantenendo la promessa di cambiare le cose. All'inizio lentamente, ma a poco a poco vidi uno o due reali avvicinarsi a lei per pranzo o in classe per dirle ciao. Lei sfoderava un sorriso smagliante, rideva e parlava con loro come se fossero i suoi migliori amici.

All'inizio non riuscivo a capire dove volesse arrivare. Mi aveva detto che sarebbe ricorsa alla compulsione per mettere i reali contro Mia. Ma non lo vedevoaccadere. Era possibile, comunque, che Lissa stesse convincendo le persone senza fare ricorso alla compulsione. Dopotutto era divertente, sveglia, e carina. Piaceva a tutti. Qualcosa, però, mi diceva che non si stava facendo degli amici alla vecchia maniera; poi alla fine capii.

Si serviva della compulsione quando non ero nei paraggi. La vedevo solo per una piccola parte della giornata, e poiché sapeva bene che non avrei approvato, si serviva dei suoi poteri in mia assenza.

Dopo qualche giorno seppi cosa fare: dovevo tornare nella sua mente. A comando. L'avevo già fatto; dovevo riprovarci.

Perlomeno, questo era ciò che mi raccontavo un giorno, seduta con la testa altrove, durante la lezione di Stan. Ma non fu facile come previsto, in parte perché ero troppo agitata per riuscire a rilassarmi e aprirmi ai suoi pensieri. E poi avevo scelto un momento in cui Lissa era relativamente tranquilla, e questo mi stava dando qualche difficoltà. La sentivo "forte e chiaro" quando era scossa da emozioni intense.

Tentai lo stesso di fare ciò che mi era già riuscito una volta, quando l'avevo spiata con Christian. La meditazione. Il respiro lento. Gli occhi chiusi. Concentrarmi in quel modo non era facile, ma alla fine riuscii a guadagnarmi la transizione, scivolando nella sua mente e sentendo il mondo come se fossi lei. Era nell'aula di letteratura americana, durante l'ora della tesina ma, come la maggior parte dei ragazzi, non stava lavorando. Lei e Camilla Conta erano appoggiate alla parete in fondo all'aula, e parlavano con voci smorzate.

«È uno schifo» disse Camilla, decisa, un'espressione corrucciata sul viso grazioso. Aveva una gonna blu di un tessuto simile al velluto, abbastanza corta da mettere in mostra le gambe lunghe e attirare l'attenzione. «Se lo facevate voi, non mi sorprende che abbia una dipendenza, e che l'abbia fatto con Jesse.»

«Lei non l'ha fatto con Jesse» insistette Lissa. «E non è che noi facessimo sesso. Solo che non avevamo donatori, ecco tutto.» Lissa si concentrò su Camille e sorrise. «Non è niente di che. Esagerano tutti.»

Camille aveva l'aria di dubitarne seriamente, ma poi, più fissava Lissa, più il suo sguardo si faceva spento. Un'espressione vuota le appannò gli occhi.

«D'accordo?» chiese Lissa, la voce come la seta.



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