L'accordo. Era l'estate del 1979 by Paolo Scardanelli

L'accordo. Era l'estate del 1979 by Paolo Scardanelli

autore:Paolo Scardanelli [Scardanelli, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Carbonio Editore
pubblicato: 2020-09-03T15:43:18+00:00


La distanza che ci separa da noi stessi è talmente minima da essere incolmabile. Mi viene in mente il paradosso di Zenone: Achille, per quanto veloce, non potrà mai raggiungere la tartaruga partita un attimo prima di lui. Già, è una questione di spazi vuoti; di calcolo infinitesimale; sono certo che Lagrange approverebbe. Un movimento avanti, un battito d’ali e siamo perduti; difficilmente riusciremo a recuperarci, sennò dopo tempo lunghissimo e sforzi sovraumani. Dovremmo imparare a conoscerci, a cancellare le nostre paure, guardarci dentro e a voltarci, fieri del nostro cammino d’esseri umani, qualunque sia. Ma, in ogni caso, per quanto bravi saremo stati, non riusciremo a colmare la distanza che ci separa da noi stessi; potremmo diminuirla, dissimulare, convincerci che non è mai esistita, ma mai annullarla. Siamo figli delle stelle, come cantava qualcuno, ed è proprio vero in questo senso: cosa separa l’attimo originario, costitutivo, primigenio della nascita dell’universo, sul quale, credenti e non, scienziati e teologi concordano essere stato un evento puntuale, ante res? Ed è questo iato che ci separa tutti dalla comprensione; il tempo intercorso tra la Creazione, il big bang, l’addensamento inimmaginabile di materia che crea un’antimateria, insomma ciò che sia, e la disposizione dell’ordine delle cose, soggetto alle leggi della fisica e alla decodifica di Galileo, Keplero, Newton, Einstein e giù sino ai moderni astrofisici. È questo, lo iato, che l’assurdo a prima vista acceleratore di particelle del Cern tenta di colmare. Particella di Dio o come la si voglia chiamare la sub-sub-sub atomica frazione d’ordine e coscienza, di coscienza e ordine. Il punto resta la distanza e la consapevolezza; di noi e della distanza infinitesimale che ci separa dalle cause prime, da noi stessi in ultima istanza. Le religioni tentano di colmare questo iato, ecco il perché della loro innumerevole fortuna. Qualcuna, traverso l’amore, forse riesce meglio di altri; può l’etica colmare la distanza che ci separa da noi stessi, dalle cause prime, in una certa misura dalla consapevolezza? Altrove ci prova la musica e l’arte in generale, altrove ancora gli speleologici dell’inconscio, vera scena della distanza. Capisco che l’etica è una forzatura, ma non è forse l’unica ammissibile?

Andrea scivolava distante nella notte umida. Inforcate le cuffie e separatosi dall’altro paio di passeggeri che popolavano lo scompartimento, sentiva risuonare la voce d’angelo e disperata di Jeff Buckley nel profondo di sé. Un altro che era stato vittima dell’incolmabile distanza da sé che, come rabdomante, col suo bastone musicale presagiva ma della quale non sapeva farsene una ragione. Andrea ascoltava registrazioni d’un disco mai registrato, mai appieno quantomeno, dal momento che il fiume l’aveva tratto al panta rei avanti al tempo della cenere alla cenere. Entrato con stivali e vestiti nel Mississippi a Memphis, Tennessee, mentre i Led suonavano il loro hard blues dalla portiera aperta della macchina e l’amico batterista attendeva ch’egli tornasse per andarla a completare quella registrazione, sotto l’egida di Tom Verlaine, ex giovane eroe dei Television, che Jeff non amava poi tanto, quindi cercava di metterlo a punto quel



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.